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Nel Biellese situazione socio sanitaria critica per liste d’attesa

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Biella –“La situazione socio sanitaria del biellese prima, durante e dopo la pandemia del coronavirus era e resta grave. A stabilirlo sono i fatti. E più nel dettaglio: liste d’attesa infinite, un CUP regionale (Centro di prenotazione Unico Regionale) che non funziona, che non dà risposte, che allunga i tempi, che ti manda in giro per tutto il piemonte per effettuare esami, anche normali e banali e comunque eseguibili vicino a casa”. A denunciarlo è Rita De Lima Segreteria Tecnica PD Biellese

“Le liste d’attesa poi -prosegue -, come dichiarato dagli stessi dirigenti dell’ospedale, sono spaventose. Si sono accumulate 4000 prenotazioni durante il lockdown e l’ospedale è in grado di far fronte solo al 35% di queste vecchie richieste e il 35% di quelle nuove, perchè intanto le necessità vanno avanti.

E come gestire le richieste inevase? La scellerata decisione è di inviarle al settore privato, sul modello lombardo (che negli ultimi 20 /25 anni ha avuto più processi che pregi). Un settore privato che oltre a costare si è già rivelato insufficiente, inefficace e a sua volta intasato.

Un capitolo a sè lo ha poi il personale. I pensionamenti, sia in ospedale che sul territorio portano ad una grave carenza strutturale di Medici ed infermieri. I concorsi per medici vanno deserti perchè Biella, nonostante possegga un ospedale nuovo, è una piccola realtà poco appetibile, evidentemente, per la realizzazioni di ambizioni professionali, un elemento a sua volta da considerare. Vi è poi la difficoltà nel raggiungere il nostro capoluogo con i mezzi pubblici tipo treno, o autostrade: una situazione che costringe medici e infermieri a risiedere obbligatoriamente a Biella, magari con la famiglia che vive altrove. E il quadro è destinato a peggiorare perchè saranno tantissimi i medici di base che andranno in pensione e si aggraverà la situazione territoriale di prevenzione e cura. Non si sa, infine, se verranno rinnovati i contratti dei medici USCA che sono stati aggiunti in questi mesi per emergenza ed ora stanno svolgendo un lavoro di prevenzione e di tracciabilità dei contagi.

Altro elemento di forte criticità, la Casa della salute, su cui ancora non ci sono linee ed investimenti adeguati

Infine il capitolo RSA, che dopo la pandemia hanno necessità di essere ripensate sotto il profilo della domiciliarità, dei centri diurni, della medicina di base: programmi che necessitano di finanziamenti ed idee

Per affrontare in modo adeguato i bisogni della medicina, dell’assistenza ,del welfare servono risorse finanziarie importanti naturalmente spese bene con criterio e su visioni di futuro e di territorio , per dare massima assistenza ai bisogni della popolazione che invecchia. La risposta c’è, ma non la stiamo usando.

Abbiamo l’occasione di sfruttare 37 miliardi a costo zero il cui unico vincolo è che siano utilizzati per la sanità, incrementando al meglio le condizioni lavorative, gli investimenti e le assunzioni: si chiama MES. Sono soldi subito disponibili. Naturalmente a chi obietta che poi andranno restituiti rispondiamo che è ovvio che i debiti vadano restituiti, ma intanto si otterrebbero dei risultati. Le persone per bene e serie onorano i propri impegni, altrimenti diventa furto, come alcuni sono avvezzi a fare (Vedasi i 49 milioni della Lega di Salvini).

Perciò la “testardaggine” dei 5 stelle, di Salvini e in generale della Lega e della Meloni di FdI è incomprensibile, ideologica e va contro l’interesse della popolazione italiana e a ricaduta del nostro territorio

Come segreteria del Partito democratico Biellese, da sempre impegnato in questo settore, ritengo che il MES debba essere usato subito senza condizionamenti e tentennamenti ulteriori. Al nostro Paese, oltre a quanto ottenuto ieri in Europa da Conte, serve avere liquidità per poter potenziare la sanità territoriale con personale, strutture adeguate ai bisogni di una popolazione sempre più anziana.

Rita de Lima  

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