Attualità
Maledetto Coronavirus non avrai la mia anima
Maledetto Coronavirus non avrai la mia anima
Gentile direttore, scrivo questa lettera per condividere con lei un messaggio di speranza, uno sguardo su un futuro più roseo. Il senso di questo mio breve pensiero è la speranza di poter incoraggiare le persone ad acquisire una nuova consapevolezza della loro esistenza, aiutandole con la mia personale esperienza.
Sono Luca Stecchi, nato a Biella nel 1977 e sono un poeta e un autore di testi, mi considero una persona con un discreto background culturale. Brevemente vorrei fare un piccolo inciso sulla mia vita, motivo per cui questa righe acquistano un significato. La mia storia oncologica inizia nel Giugno del 2018 quando a seguito di controlli, prima ecografici e in seguito tramite biopsia, mi viene diagnosticato un carcinoma papillare tiroideo con annesse metastasi… Egregio direttore può immaginare quando ho saputo questa nefanda notizia il mio stato d’animo in che condizioni fosse, e come se non bastasse, a darmi questa brutta notizia è stata proprio la mia mamma, ovviamente in lacrime. Non intendo tediare chi mi dedica il suo tempo raccontando il pathos emotivo e i percorsi emozionali a cui tutto questo ha dato il via, tuttavia, in seguito, mi sono sottoposto ad un delicato intervento chirurgico effettuato dal professor Mensa all’ospedale Mauriziano di Torino e a distanza di circa un mese a somministrazione terapia metabolica (Radioiodio 131). Durante tutto il periodo delicato di transizione (ancora in corso perché ovviamente non sono passati i classici 5 anni della soglia di osservazione) la mia preoccupazione è sempre stata quella di non perdere di vista la mia identità, il mio essere interiore. Non doveva e non poteva mutare solo per una causa esterna, in questo caso un male che si accaniva su questo corpo. Lo scorso anno, purtroppo, una sventura ha di nuovo colpito la mia famiglia. E ‘stato diagnosticato a mio papà uno dei tumori più complessi da curare, il temibile mesotelioma pleurico contratto in seguito ad esposizione all’amianto (condizione già raccertata da Inps e Inail).
Chi combatte tutti i giorni con un male oncologico vive in una dimensione parallela una time line temporanea diversa dove spesso tutto è diverso persino i colori si spengono a favore di un grigio sfuocato, ma da queste difficoltà si cresce.
Il messaggio che voglio condividere e lo voglio gridare forte a tutto il mondo è che questo virus maledetto non avrà mai la mia anima. Sono giorni bui dove le persone sono scoraggiate e deluse, ci si rinchiude in casa con una specie di apatia mista ad ansia che chiude gli stomaci e invoglia all’ira o al nulla assoluto. Quello che viviamo è un timore sacrosanto e sembra che l’intera penisola si sia accorta della pericolosità di questo temibile virus e si senta in gabbia; una gabbia dorata che obbliga alla convivenza forzata con il resto della famiglia.
In certi casi la difficoltà del condividere tante ore assume una dimensione particolare e nuova; si respira insieme e si percepisce che quell’aria, lungo le strade della città, potrebbe essere malata. Il tempo per pensare è tanto, finalmente. Purtroppo, nelle difficoltà di questi giorni, duri e pesanti, molti abbandonano la propria dignità e in modo inconsapevole non seguono le più basilari norme per combattere il virus. Cerchiamo tutti insieme di creare una consapevolezza che possa trascinarci alla fine di questa buia galleria con sempre un sorriso sulle labbra e con la propria voce che sussurra: Andrà Tutto Bene. E tutto tornerà più gioioso da vivere. Riscopriremo il dolce respiro durante le passeggiate, ritroveremo il calore di una stretta di mano, l’affetto di un abbraccio, le risate attorno a una tavola imbandita seduti vicini. Sapremo quanto vale l’alba di un nuovo giorno da passare con chi si ama e quando guarderemo i visi dei nostri cari vi leggeremo l’emozione di averci l’uno di fronte all’altro, di nuovo insieme, uniti e pronti al domani.
Sono credente e spesso cerco ispirazione nei testi sacri, proprio alcuni versi particolari del capitolo 3 del libro di Ecclesiaste mi hanno fatto riflettere parecchio per la loro attualità
“C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare”.
Luca Stecchi
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