Attualità
Malattia rara in gravidanza, Donna salva grazie ai dottori di Biella
BIELLA -La SEU atipica associata alla gravidanza, si tratta di una malattia molto rara e non semplice da diagnosticare, che in gran parte dei casi porta ad una significativa morbilità e mortalità fetoneonatale e materna. E che purtroppo Stefania Vanzan, una giovane donna biellese, ha avuto modo di conoscere da vicino. Una tremenda malattia che nel suo caso aveva generato trombi venosi ai reni. La sua fortuna è stata che la dottoressa nefrologa dell’Ospedale degli Infermi di Ponderano Raffaella Cravero ha visto lungo e, grazie alla indiscussa professionalità ed intuizione, ha salvato la donna, individuando il farmaco specifico da somministrare.
Il caso risale a 5 anni fa, ma la paziente ha deciso di raccontare ora la sua storia: «Ero all’ottavo mese di gravidanza – spiega -. Ricordo che una mattina avevo fatto il controllo medico e tutto andava bene. Nel pomeriggio, all’improvviso, ho accusato un forte mal di schiena. Un paio d’ore più tardi mi sono recata al pronto soccorso. Dopo i primi esami il quadro clinico non era dei migliori, avevo tutto sballato e le urine di colore marrone. E’ stato praticato d’urgenza il monitoraggio del bambino. Il ginecologo, dottor Piernicola Staffa, mi aveva diagnosticato una grave sofferenza fetale, quindi necessitava un urgente parto cesareo. L’intervento era andato bene sia per me che il piccolo. Dalla ginecologia mi portarono in rianimazione, dove rimasi per 11 giorni. Al quinto, grazie alla dottoressa Cravero, mi venne diagnosticata una presunta sindrome emolitico uremica. Lei stessa contattò il dottor Gianluigi Ardissino del Centro Seu Milano. La dottoressa mi aveva detto che forse assumendo un farmaco specifico avremmo potuto risolvere la situazione, senza ancora avere la certezza matematica che si trattasse di Seu, ma non c’era tempo da perdere. Il farmaco si chiama Soliris».
«Ricordo che il dottor Ardissino lo consegnò a mio padre al casello autostradale di Santhià. Per farla breve – prosegue la donna – dopo poche ore mi venne somministrato per via endovenosa. La situazione migliorò fin da subito. L’intuito della dottoressa Cravero aveva vinto. Non finirò mai nel ringraziarla. Pare che il mio caso fosse stato l’unico a Biella, grazie alla sua grande preparazione, oggi io ed il mio bambino che ha 5 anni – conclude Stefania stiamo bene».
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