Attualità
Lettera dei docenti del Liceo Sella alle Istituzioni: la didattica a distanza ha dei limiti
L’appello dei professori: “Quella di un edificio scolastico totalmente inagibile per mesi è un’emergenza assoluta, e come tale
va trattata”
BIELLA – La questione dell’amianto al Liceo Sella sta facendo discutere, a dire la loro ora, sono i docenti stessi che insieme agli alunni, costituiscono l’anima dell’Istituto. I professori hanno scritto una lettera rivolta alle istituzioni.
“A oggi – inizia così la lettera dei docenti – le aule che ci sono state assegnate, pronte per l’inizio dell’anno scolastico, sono 21: si tratta di spazi presenti a Città Studi, in parte nella palazzina universitaria, in parte nell’ITIS Quintino Sella, in parte messi a disposizione dall’Ufficio scolastico territoriale. Intorno alla metà di ottobre dovrebbero essere pronte altre 15 aule, messe a disposizione dal Comune nella Ludoteca del Villaggio Lamarmora.
La nostra scuola, però, ha 49 classi. Che ne sarà, quindi, all’inizio dell’anno scolastico, di 28 classi, ossia di circa 650 studenti? E in ogni caso, da metà ottobre in poi, di 13 classi, ossia di circa 300 studenti? – è questa la domanda che i professori dell’istituto, rivolgono alle autorità competenti-. Sono attivi tavoli istituzionali alla ricerca di aule sostitutive, ma l’inizio dell’anno scolastico è alle porte e una delle ipotesi che è emersa è quella di utilizzare di nuovo la didattica a distanza.”
Questa, secondo i docenti del Liceo Sella, e in accordo con il preside, non è una vera soluzione. La didattica a distanza, che abbiamo sperimentato quotidianamente per un anno e mezzo, ha mostrato i suoi limiti: non raggiunge davvero tutti, non è sempre efficace, ha controindicazioni rilevanti che si ripercuotono sulla salute degli studenti e degli insegnanti.
“Quella di un edificio scolastico totalmente inagibile per mesi è un’emergenza assoluta, e come tale va trattata: con molto lavoro, molta collaborazione, molta determinazione. Noi siamo disposti a mettercela tutta. Ci aspettiamo che anche le istituzioni facciano la loro parte, praticando tutte le strade possibili che nelle emergenze devono essere praticate, tutte quelle che possano permettere a studenti e docenti di tornare a “fare scuola”, in modo idoneo, sicuro, efficace”.
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