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L’estate sta sfinendo

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BIELLA – Ehilà! Buongiorno a tutti, come va? Tutto bene, oppure no? Un saluto a chi è andato, a chi è tornato, a chi è rimasto, a chi andrà o tornerà, a chi ancora non sa cosa fare. A occhio anche quest’anno, Covid nonostante, le partenze intelligenti lo sono state come gli anni passati. So che c’è dell’ironia in quello che scrivo, quello che spero è che la percepiate. Siamo all’ironia percepita, insomma.

Quello che non sappiamo ancora bene è se sono state intelligenti anche le vacanze. Speriamo di sì. Speriamo che i biellesi eccessivamente fiduciosi nella buona sorte, o gli eventuali negazionisti – che quando negheranno se stessi sarà un momento bellissimo – non tornino buoni per alimentare le statistiche dei contagi.

Non sarebbe bello, per chi è rimasto. Che già non si è fatto le vacanze e si è, in qualche modo, quarantenato da solo. Ma il biellese, si sa, è geneticamente responsabile se non proprio immune.

A proposito: sarebbe carino sapere quanti sono i biellesi ad aver scaricato l’applicazione “Immuni” sul proprio cellulare. Giusto per capire se ha un senso il fatto che io l’abbia scaricata fiducioso, pur con qualche piccola riserva. Tipo che quelli attorno a me non la scaricassero. Forse avrebbero dovuto legarla a qualche videogioco di grido, avrebbe avuto più appeal e più successo. Ma tra poco chiuderemo le finestre e torneremo a berci gli aperitivi o a cenare all’interno dei nostri locali preferiti, con buona pace dell’estate che sta sfinendo. Staremo a vedere che succede.

Con le scuole io ci ho capito poco: leggo molto, ma ogni giorno una cosa diversa da quella del giorno prima. Spero bene. Hanno pure inaugurato la nuova versione della Chiesa (nuova) di Oropa. In pochi e senza incoronazione centenaria, ma speriamo in un’intercessione di egual efficacia. Anche se, per restare terra terra e non nell’alto dei cieli, un po’ di sindaci si sono risentiti per non essere stati invitati: non c’è più il servizio postale di una volta, con gli angeli a recapitare messaggi. Forse non perdersi per strada le rappresentanze istituzionali del territorio sarebbe stata una buona idea, ma chissà quante cose c’erano a cui pensare per riaccendere le candele della devozione locale.

Io, anche se non ho scritto una riga, sono rimasto in città. La mia vacanza è stata questa: guardarmi intorno senza pensarci troppo. Del resto ho un buon panorama dalle finestre di casa e ne ho uno pure sotto casa, star bene senza andarmene non è un grosso sforzo. La Biella che è rimasta passa spesso di qui e gli amici mi suonano il campanello di frequente per farmi scendere. E allora un po’ si sparla e un po’ si ride. A volte anche per non piangere. Per questo mi limito a un piccolo riassunto dell’accaduto, nel deserto urbano di un agosto sufficientemente assolato.

L’affaire Torino Calcio: a Ferragosto il vicesceriffo ha lavorato gaudente a favor di selfie per nulla. Poi si scopre che proprio per nulla no, perché oltre all’aumentato stipendio che percepisce dalla comunità, facendo il vago si è preso pure il contributo Covid destinato alle partite Iva. Nel contempo un infoiato consigliere comunale e presidente di Commissione ha sciolto gli ormoni in un delirante comunicato, che le critiche (degli altri) non gli vanno mica a genio come le allusioni (sue). Poi, tre ragazzi italiani doc aggrediscono un somalo in piazza Duomo. Forse irretiti dal restauro della piazza, o forse perché pensavano che avesse rubato il lavoro a tutti e tre. Probabile per motivi molto più tristi e banali.

Poi, la funicolare si è fermata ancora un tot di volte. Ma a questo giro non c’erano più stormi di avvoltoi da social a gridarlo forte, che ora amministrano e mica si oppongono: per fortuna i Vigili del fuoco non erano in vacanza. Poi, un fulmine ha colpito un albero ai Giardini Zumaglini. Non so se su desiderio espresso dal vicesceriffo la notte di San Lorenzo, ma è probabile visto che si trattava di un abete del Caucaso.

Ha anche piovuto parecchio, questo agosto. Forse è per questo che rovi e incurie sembrano rimasti come quelli della passata Amministrazione. Ora aspettiamo di vedere lo sviluppo di nuovi contagi, un po’ preoccupati di rivedere le stesse facce a infilarci le mascherine nella buca con una mano, mentre con l’altra si scattano un selfie.
Insomma: andati o tornati, sbiellati siamo rimasti.

Lele Ghisio

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