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«Lascio Milano e torno a fare il pendolare, la vita lì è insostenibile»

Tra i prezzi alle stelle e le ore di viaggio, meglio perdere tempo in stazione e restare a Salussola

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Lascio Milano e torno a fare il pendolare

«Lascio Milano e torno a fare il pendolare, la vita lì è insostenibile». Nei giorni scorsi abbiamo raccontato la vicenda di una giovane pendolare che, stanca dei disservizi ferroviari, ha deciso di cercare casa a Milano, dove frequenta l’università.

«Lascio Milano e torno a fare il pendolare, la vita lì è insostenibile»

Oggi riportiamo una storia controcorrente: quella di Paolo Borasio, 23enne che ha rinunciato a un appartamento nel capoluogo lombardo per tornare al suo paese d’origine.

«Ho deciso di andarmene perché a Milano costa tutto troppo. L’unica cosa su cui risparmiavo era il tempo. Quando frequentavo la mia prima università dovevo essere a lezione alle 8, partivo di casa alle 5 e tornavo che erano già le 20, le 21 se faceva ritardo – dichiara -. Ho fatto il pendolare per un anno, poi cambiando scuola ho iniziato ad avere orari più leggeri, ma passavo comunque la maggior parte del tempo in treno. Fortunatamente avevo un amico a Milano, quindi ho trovato un appartamento a poco prezzo, ma devo dire che la vita lì è davvero costosa».

Il confronto tra le due realtà

Il raffronto tra il costo medio della vita tra le due città, stando alle sue parole, è impietoso ed è ciò che lo ha convinto a mettere da parte la comodità in favore di un minore esborso.

«Ogni mese spendevo 350€ di affitto base, più o meno 200-220€ di spesa per mangiare e 22 euro di abbonamento della metro. Bisogna poi tenere conto delle bollette che ammontavano a circa 70€, più le spese condominiali, 450€ ogni quattro mesi», prosegue. Si parla quindi di quasi 700 euro mensili, senza contare le tasse universitarie e quei piccoli svaghi che un ragazzo della sua età può avere.

Le reali possibilità economiche sono dunque il fattore che ha maggiormente inciso sulla sua scelta di tornare nel Biellese. «Il primo anno non ho trovato lavoro e perciò ha dovuto pagare tutto quanto la mia famiglia – ricorda Paolo -. Quando finalmente ho trovato qualcosa la paga era comunque davvero misera. Sarebbe potuta andare bene per Biella, ma non per Milano. Avrei dovuto trovare un impiego full-time, cosa che non potevo fare essendo uno studente».

La sua scelta di tornare nel Biellese non è comunque esente da problemi. Anche lui, infatti, lamenta la confusione che ci è stata segnalata da molti altri utenti delle ferrovie. Ritardi, cancellazioni improvvise, coincidenze mancate, ma anche sporcizia, pochi posti a sedere rispetto al numero di vagoni disponibili.

«Adesso devo recuperare un esame e devo andare a Milano più o meno una o due volte a settimana. La settimana scorsa, ad esempio, non sono riuscito ad andare perché c’era stato il guasto a Milano Certosa, poi c’è anche chi si butta sotto il treno oltre a svariati ritardi – ammette -. Io abito a Salussola e Salussola è collegata a Santhià. C’è un treno che passa la mattina, però una volta che arrivo a Santhià mi tocca aspettare per un’ora e mezza. Per quanto riguarda i posti a sedere, invece, credo che non basterebbe aggiungere un vagone… Ce ne vorrebbero due o tre per risolvere il problema» sostiene Paolo.

Proprio quest’anno si è registrato un record negativo che ha visto il numero di corse saltate superare quota 100 tra la metà di giugno e la fine di agosto. Un trend che, al giorno d’oggi, stando alle testimonianze dell’utenza coinvolta, non accenna a migliorare.
LEGGI ANCHE: «La vita da pendolare è un incubo»

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2 Commenti

1 Commento

  1. Pol

    4 Novembre 2024 at 22:54

    milan lè an gran Milan,mei (steghe)luntan.

  2. Katia

    5 Novembre 2024 at 10:44

    Milano è diventata una città cosmopolita, elegante,una città per ricchi. È una una scelta fare il pendolare, cercare qualche svago nel biellese sarà un’impresa. Basta accontentarsi.

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