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La storia di Gianna: pinzina da Ormezzano, barista e commessa a Cossato

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La storia di Gianna

La storia di Gianna: pinzina da Ormezzano, barista e commessa a Cossato. Tutto inizia ad Albano Vercellese, paese in cui nacque nel 1945.

La storia di Gianna: pinzina da Ormezzano, barista e commessa a Cossato

Giovanna Tagliabue, conosciuta a Cossato come Gianna, è nata ad Albano Vercellese nel 1945.

«Sono salita a Mosso all’età di 4 anni appena – racconta -. I miei nonni lavoravano la terra e in pianura non trovavano molto da fare. Per prima si era trasferita la mamma Giuseppina Roncarolo. Aveva trovato impiego nelle fabbriche, poi pian piano avevamo traslocato tutti. In paese c’era la scuola professionale e pertanto avevo frequentato a Mosso. Ho iniziato a lavorare in tintoria per due anni, poi sono passata al Lanificio “Ormezzano”, ditta in cui sono rimasta per 11 anni, come debarratrice pinzina. In pratica trovavo i difetti nei tessuti. Nel 1967 mi sono sposata con Luciano Toniazzo. Nel 1970 è nata nostra figlia Enrica e nel 1972 ci siamo trasferiti a Cossato, paese in cui ho preso in gestione con la mamma il bar “Aglietti”, detto “La società”.

Il bar dei vecchietti

«Degli anni del bar, ricordo i vecchietti che giocavano a bocce. Mia figlia era piccola, aveva due anni, e portava loro i ghiaccioli dai gusti diversi, confondendo le ordinazioni. In estate si faceva festa con l’orchestra. Ricordo che veniva Gigi Sabarino, che suonava la pianola, mentre Fabrizio Gallo e Padovani erano alle chitarre e la gente ballava. L’era pièn parèi».

Gianna fa cenno con la punta delle dita unite, per intendere che il locale era pieno all’inverosimile.

Dopo due anni, però, la sua mamma si è ammalata e lei ha scelto di ridare la gestione del locale a Luciano Fontanella, che se ne occupava già in precedenza.

Dalla Carla della scarpe

«Nel 1976 ho lavoricchiato, fino a quando ha aperto l’Emporio della Calzatura in via Martiri della Libertà, località Broglio. All’inizio era una piccola bottega. Sono rimasta lì per 17 anni. Quel negozio era conosciuto da tutti come “Dalla Carla delle scarpe”, che per me era come una sorella. Lavorando lì avevo avuto modo di conoscere tante persone di Cossato. Ho un bel ricordo di quel periodo.

«Avevamo un buon rapporto con tutti i clienti. Sono poi stata un anno in cucina all’Alba Marina di Valdengo ed è stato un periodo bellissimo. Avevo lavorato con i giovani. Sono andata in pensione nel 1998, dopo aver fatto ancora la pinzina per tre anni in un rammendo. Alla titolare, Ornella, piaceva ballare e così con l’avvicinarsi delle ferie, della festa della donna o del Natale, si andava tutti a cena fuori e poi a ballare in Peschiera».

Adesso c’è l’uncinetto

Oggi Gianna è in pensione, ma, come aggiunge la figlia Enrica, non sta mai ferma.

«Lavoro all’uncinetto e ho tramandato la passione a mia nipote Martina. A mia figlia no. Ogni tanto cado per terra, inciampo, senza farmi male – “per fortuna”, ribadisce ancora la figlia, che assiste alla conversazione -. La mia storia è tutta qui. Mio marito l’ha portato via il covid, se n’è andato seduto sulla sua poltrona. Aveva già problemi di salute e non ha avuto scampo. Io invece mi ero fatta venti giorni in ospedale con il casco in testa nel reparto di terapia semintensiva, mentre nostra figlia era casa in isolamento. È stato un brutto periodo – conclude “Gianna” -. Ora sono qui con Hugo, il nostro bulldog francese, che ha un anno e mezzo, e con Giuditta e Isotta, due gatte sorelle».
Anna Arietti
anna.arietti@gmail.com

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