La scuola non è solo un programma da portare avanti, ma è condivisione, dialogo, molte risate, molti pianti e nuove amicizie

Le riflessioni di una giovane studentessa inviate alla nostra redazione.

“Come dimenticare questa data? A mio parere, quel giorno ha cambiato per sempre la vita di moltissime persone, me compresa. Era un venerdì come un altro, e purtroppo nessuno era al corrente di tutto questo: inoltre io e la mia classe non abbiamo neanche fatto lezione, ma abbiamo partecipato ad una gara letteraria. Seduti in cerchio in una palestra insieme ad altre 150 persone, senza mantenere alcuna distanza, nessuno di noi si sarebbe mai sognato ciò a cui saremmo dovuti andare incontro. Se avessi saputo che quello sarebbe stato il mio ultimo giorno di scuola, non avrei esitato a salutare come si deve i miei nuovi amici, la mia nuova classe, come una seconda famiglia. Avrei abbracciato ciascuno di loro, cosa che non so quando potrò tornare a fare. E oggi, quasi 3 mesi dopo quel maledetto giorno, ancora non ho potuto incontrarli. In realtà, ho rivisto tutti loro tramite lo schermo di un computer: infatti la nostra scuola non si è mai fermata, cosa di cui vado molto fiera. Però la scuola non è solo un programma da portare avanti, ma è condivisione, dialogo, molte risate e molti pianti, nuove amicizie. Ripeto, la scuola è condivisione! Come posso condividere con i miei compagni l’ansia prima di una verifica, la gioia e la soddisfazione di un bel voto, la frustrazione di un argomento difficile da capire, se non posso parlare direttamente con loro, esprimendomi non solo con le parole, ma anche semplicemente con uno sguardo o un sorriso? Ecco, penso che questo sia ciò che mi manca di più, ovviamente insieme alla mia famiglia, riunita tutta insieme intorno ad una grande tavolata per un compleanno o per una festività particolare.”

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