Attualità
La roggia dei desideri
Gli Sbiellati: Una rubrica per tentare di guardarci allo specchio, e non piacerci.
BIELLA – Copri la roggia, scopri la roggia. L’annuncio che ha smosso le acque dell’inedia post-natalizia, in mancanza di annunci migliori tipo: abbiamo lavato i panni sporchi e sistemato la crisi di giunta, è stato quello dell’intenzione di risvelare un tratto della roggia che ci siamo dimenticati interrata sotto alla nostra via principale. Residuo dell’antico insediamento urbano, era stata nascosta alla vista per rendere più presentabile e fruibile il centro città.
C’è chi la ricorda utilizzata per sgombrare la via dalla neve che allora cadeva copiosa, dimenticando magari che però così facendo si spostava la neve per fare spazio a lastre di ghiaccio, ma nessuno è perfetto e quel metodo non lo era di certo.
Resta il fatto che il nostro, da territorio ricco d’acqua com’era, aveva, e ha ancora, disseminate un po’ ovunque rogge che soddisfacevano bisogni industriali e sociali: fabbriche e lavatoi, per intenderci. Abbiamo sempre avuto abbondanza di buona acqua per buone stoffe e qualche birra.
Ora, della roggia che scorre sotto via Italia, si annuncia che se ne vuole riportare alla luce almeno un tratto a scopo ornamentale. Senza entrare nel merito, l’annuncio in sé tradisce una notevole ansia da prestazione da parte di quest’Amministrazione, che un bando per la riqualificazione urbana se l’è già perso per strada. Perché, a leggere bene i comunicati a giornali unificati, si evince che a questo proposito esiste un progetto che verrà presentato a un bando nazionale, non che il bando sia stato vinto e il finanziamento relativo accordato. Quindi s’ha ancora da vedere, ma questa volta è importante almeno partecipare. Come alle Olimpiadi. Intanto s’annuncia, poi si vedrà.
Ciò che dà da pensare è come ogni amministrazione che si alterni alla guida della città abbia bisogno di stupire tutti con effetti speciali ricorrendo, fin dalle campagne elettorali a cui credono ormai in pochi, al colpo di teatro, all’offerta di un’idea presupposta geniale su cui basare la propria attività di governo. Ragionevole o irragionevole che sia poco importa, diventa il feticcio da rincorrere a ogni giro di giostra come nel calcinculo di chi ne ha ancora memoria. Nemmeno sfiorati dall’idea che ai cittadini basterebbe della sana manutenzione dell’esistente accoppiata a un serio progetto di sviluppo futuro, fatto di pianificazione più che di quegli effetti speciali che creano soltanto facile ironia e inevitabile frustrazione.
La pagina social del giornale, in proposito alla resurrezione della roggia di via Italia, ne ha raccolto un nutrito campionario: augurandosi che sia navigabile e rivendicando posti barca per i residenti; suggerendo Calatrava per la progettazione del ponticello e l’aggiunta di un bel mulino ad acqua; esultando per la possibilità di praticare “street fishing” e l’introduzione di una regata storica per un gemellaggio con Venezia; prevedendo lo struscio in pedalò. Oltre alla frustrazione di soldi spesi male, ma sui social si fa spesso confusione tra i vari capitoli di spesa del bilancio di un ente pubblico, tra spesa corrente e spesa in conto capitale, tra tasse, contributi e bandi.
Basta però riavvolgere un poco il nastro per ricordare quale fosse il feticcio elettorale dell’amministrazione attualmente in carica, e ce lo ricordiamo ancora nella sua sintesi più estrema: il restyling di via Italia per farci passeggiare con il tacco 12 le signore, le signorine, e chiunque altro lo desideri. Quello che forse è sfuggito, in tutta questa annunciazione, è che i soldi per il restyling, roggia scoperchiata compresa, li sta cercando proprio con questo bando.
Un bando nazionale “per la messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico; messa in sicurezza di strade ponti e viadotti; messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici di proprietà dell’ente, con precedenza per quelli scolastici”. Per il quale è previsto un tetto massimo, per le città con più di 25mila abitanti, di cinque milioni di euro: da qui dovrebbero saltar fuori i tre milioni per via Italia e roggia annessa, oltre a quelli poi annunciati per Busancano e Burcina.
Questo però vuol anche dire che via Italia è a rischio idrogeologico e non ce lo aveva mai detto nessuno, e forse dovremmo preoccuparci. O che più probabilmente si sta ciurlando nel manico e ci si prova: a recuperare i soldini necessari a soddisfare un feticcio da campagna elettorale a scapito di altre scelte che, a prima vista, paiono più responsabili. In ogni caso un progetto che, per il sentire comune, fa acqua da tutte le parti.
Lele Ghisio
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