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La ricercatrice Paola Ostano “adottata” dalla fondazione Colombo-Boschetto
La ricercatrice Paola Ostano “adottata” dalla fondazione Colombo-Boschetto
Si può sostenere la ricerca anche “adottando” un ricercatore: è quanto ha fatto negli ultimi anni la fondazione Colombo-Boschetto di Torino, che ha investito risorse non genericamente nelle attività della Fondazione Tempia, ma nel contratto di una componente dello staff del laboratorio di genomica, la struttura che, dalle stanze di via Malta 3 a Biella, dialoga con medici e scienziati di tutto il mondo per collaborare a progetti che caratterizzano la biologia intrinseca dei tumori per migliorare terapie, diagnosi e prevenzione. La ricercatrice adottata è Paola Ostano: grazie alla sua preziosa esperienza nell’ambito della bioinformatica, disciplina fondamentale per poter gestire, analizzare ed interpretare i dati generati dagli esperimenti sul genoma, la Fondazione Tempia ha potuto intrecciare una fitta rete di collaborazioni su progetti di grande rilievo con importanti realtà a livello nazionale ed internazionale quali il Massachusetts General Hospital di Boston, l’Università di Losanna, il Cnr e l’Istituto Regina Elena di Roma, l’Istituto Telethon di genetica e medicina di Napoli solo per citarne alcune. Grazie all’aiuto della fondazione Colombo-Boschetto, Paola Ostano ha contribuito a uno studio sui marcatori di diagnosi precoce per il tumore alla prostata, pubblicato nei mesi scorsi sulla rivista scientifica “Carcinogenesis” e sta lavorando a un altro progetto sul carcinoma alla prostata, che ha l’obiettivo di cercare marcatori molecolari affidabili per distinguere le lesioni più aggressive e ottimizzare quindi le terapie post-operatorie, schedando i casi più a rischio di metastasi. In questo progetto Paola Ostano è in squadra con la struttura complessa di oncologia molecolare dell’Istituto Tumori di Milano. La fondazione Colombo-Boschetto ha sede a Torino ma la famiglia che l’ha creata è biellese e ha stabilito un forte legame con la Fondazione Tempia. «Le siamo particolarmente grati» spiega Vi ola Erdini, presidente della Fondazione Tempia «per questa forma di “adozione” di una delle sei scienziate dello staff del laboratorio di genomica, che comprende, oltre a Paola, figure che svolgono attività sperimentale in laboratorio, il lavoro del biologo, e altre figure dedicate all’analisi dei dati, il lavoro del bioinformatico. Queste due “anime” dialogano e interagiscono giornalmente, nella sede di via Malta 3, e collaborano a stretto contatto con le avanguardie della ricerca medica in tutto il mondo». La bioinformatica è una disciplina relativamente nuova, grazie alla quale gli scienziati riescono a gestire ed integrare i diversi livelli di complessità delle informazioni provenienti da DNA (chiamate complessivamente con il nome di genoma), trascrittoma (che riguarda tutto ciò che a partire dal DNA viene trascritto in RNA), proteoma e metaboloma (che rappresentano i prodotti finali del passaggio da Rna a proteina o del metabolismo), metiloma (che, insieme al miRNoma, regola l’insieme di informazioni che dal genoma possono passare ai livelli successivi, senza che il DNA venga modificato. Tutte queste informazioni, integrate tra di loro e con i dati clinici, permettono di capire meglio sia la biologia intrinseca del tumore, e quindi le sue caratteristiche da sfruttare per diagnosticarlo in tempo o per curarlo al meglio, sia le differenze tra pazienti che hanno apparentemente lo stesso tumore, ma che rispondono in maniera diversa alle terapie.
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