AttualitàBiella
La Popillia Japonica è l’incubo d’estate: assalto a vigneti, orti e giardini
Ecco i rimedi e cosa evitare.

La Popillia Japonica è l’incubo d’estate: assalto a vigneti, orti e giardini.
La Popillia Japonica è l’incubo d’estate: assalto a vigneti, orti e giardini
C’è chi la trova tra le foglie del basilico sul balcone, chi sulle rose del giardino, chi ancora in mezzo alle vigne o nell’orto. Che si viva in città o in campagna, ormai non fa più molta differenza: la popillia Japonica dilaga anche nel Biellese. Insetto dall’aspetto innocuo – uno scarabeo verdastro di pochi millimetri – ma dalle conseguenze devastanti per l’agricoltura e l’ambiente, è originario dell’Asia e da qualche anno si è insediato stabilmente in varie zone d’Italia. Compresa la nostra.
«La presenza nel Biellese è decisamente diffusa e continua a crescere – conferma l’arboricoltore Samuele Ratti -. Le prime segnalazioni sono cominciate ad arrivare circa cinque anni fa. Oggi, invece, l’infestazione è molto estesa».
Il picco delle presenze si registra proprio in questo periodo ma il ciclo della popillia è molto più ampio. «Si comincia a vederla da metà giugno ma il boom arriva a luglio – prosegue Ratti -. Le uova vengono deposte nel terreno e lì rimangono fino alla fine della primavera nutrendosi di radici. Poi, con l’arrivo dell’estate, iniziano a schiudersi e gli insetti adulti prendono il volo».
La popillia predilige le aree di pianura, dove trova un ambiente più favorevole. «In montagna ha più difficoltà a completare il suo ciclo- chiarisce Ratti -. E le piante più amate sono ben note. Attacca soprattutto le rose, i tigli, molte piante da frutto come vite, prugno, nocciolo. Ma una volta terminate le sue preferite, passa a colpisce anche altre specie che trova nelle vicinanze».
I rimedi
Chi ha orti, giardini o terrazzi si è già attrezzato come può. Ci sono rimedi naturali e pratici che, in caso di infestazione lieve, possono dare risultati. «Uno dei più efficaci è l’olio di neem – spiega Ratti -. È un repellente naturale, sicuro anche per gli animali domestici, e ha un buona efficacia anche contro altri insetti. Ovviamente va usato seguendo le istruzioni».
Un altro alleato insospettabile? Le galline. «Ne sono ghiottissime. Il momento migliore per intervenire è la mattina presto, quando le popillie sono ancora addormentate: scuotendo i rami, cadono a terra e le galline le mangiano. In alternativa si può usare una bacinella con acqua e sapone, dove farle cadere agitando le piante. Anche questa è una tecnica semplice ma utile».
Niente trappole a feromoni
C’è invece una strategia da evitare: le trappole a feromoni. «Attirano gli adulti ma non li catturano tutti. Il rischio è di ottenere l’effetto contrario: aumentare la concentrazione degli insetti e, di conseguenza, i danni».
Oltre ai danni ai giardini e alle coltivazioni c’è un aspetto meno evidente, ma che rischia di avere un impatto ancora maggiore, ovvero la diffusione incontrollata in ambiente naturale, dove diventa ancora più difficile intervenire con i mezzi attualmente a disposizione.
A maggio è stato avviato il Piano di azione 2025, attivato dal Settore Fitosanitario e dai servizi tecnico-scientifici della Regione Piemonte in collaborazione con Ipla, che ha lo scopo di contenerne la popolazione dell’insetto e la sua diffusione. Sono state posizionate 1200 trappole “attract and kill”, a forma di ombrello con una rete impregnata di insetticida, che attirano il coleottero con esche specifiche e lo eliminano. Le trappole hanno un cartello informativo ed è importante non spostarle o distruggerle. In alcune aree sono installate trappole per il monitoraggio settimanale al fine di valutare l’andamento della popolazione dell’insetto.
Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook