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La mamma è sorda, il parto all’ospedale di Biella avviene usando i cartelli

Sono il ritratto della felicità, Davide Campagnari e Ambra Seren, neo genitori di Lapo, un bellissimo bimbo nato all’ospedale di Biella.

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BIELLA – Sono il ritratto della felicità, Davide Campagnari e Ambra Seren, neo genitori di Lapo, un bellissimo bimbo nato all’ospedale di Biella il 20 di questo mese. Un sentimento naturale per tutte le mamme e i papà che possono finalmente abbracciare il loro piccolino dopo nove mesi di attesa, come naturale è stato il parto di Ambra nonostante le dieci ore di travaglio e qualche difficoltà in più rispetto alle altre partorienti. Ambra, infatti, è sorda dalla nascita, come il compagno Davide.

«Io e Ambra – racconta Davide – ci frequentiamo da 8 anni e quando abbiamo scoperto di aspettare un bambino eravamo molto felici anche se nessuno dei due, attualmente, ha un lavoro».

«La gravidanza è andata benissimo, – dice Ambra -, ho frequentato un corso preparto e anche un corso in piscina, anche se a dire il vero lì non c’era un interprete della lingua dei segni e così mia mamma si è offerta di accompagnarmi per fare lei da traduttrice. A parte quello non ci sono stati problemi. Arriviamo quindi al giorno del parto.

«Lapo probabilmente era curioso di conoscere il mondo – spiega Ambra sorridente – infatti è nato con quasi due settimane di anticipo. Io volevo il parto naturale a tutti i costi, non volevo perdermi questa esperienza unica e così, nonostante le dieci ore di travaglio e una stanchezza enorme, il mio bimbo è nato in maniera naturale anche grazie al supporto di tutto il personale sanitario, tutti ottimi professionisti. Sia in Ostetricia che poi al Nido ho trovato delle persone bravissime, disponibili e pazienti. Sono molto contenta di averle conosciute».

Anche lei Davide ha avuto un ruolo molto importante durante le lunghe ore del travaglio, giusto?
Prima di tutto ci tengo a ribadire come Ambra sia stata veramente brava ha dimostrato di avere una grande forza, voleva un parto naturale e lo ha avuto, come bravo e disponibile è stato tutto il personale sanitario. Io semplicemente leggevo e traducevo a lei, quando per la stanchezza non riusciva più a capire il labiale. Lo staff sanitario, infatti, quando non riuscivamo a capire riportava su un foglio quello che io dovevo tradurre.
A un certo punto però e intervenuta nuovamente la mamma di Ambra per tradurre e anche per confortarla. Io ero molto emozionato ed ho anche pianto…

Insomma alla fine però tutto è andato nel migliore dei modi ?
Assolutamente sì – conclude Ambra – ma mi permetto di dare dei suggerimenti su come superare le barriere comunicative. Per esempio lunedì al nido abbiamo visto un video su come prendersi cura del bambino, era molto interessante immagino. Immagino perché purtroppo non aveva i sottotitoli e non era tradotto nella lingua dei segni (come avviene ad esempio nei telegiornali) motivo per cui non sono riuscita a seguirlo come avrei voluto.

In questo ospedale mi sono sentita accolta, ho avuto la massima fiducia nello staff sanitario e tutto è andato bene, se si potesse fare qualcosa anche per i problemi di comunicazione sarebbe l’ideale, come ideale sarebbe anche l’utilizzo di mascherine trasparenti per permetterci sempre la lettura del labiale e, magari. anche un corso di sensibilizzazione tenuto da non udenti, su come comunicare con noi sordi. Per ultimo mando un messaggio a tutte le donne che aspettano un bimbo: se è possibile scegliete il parto naturale!

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