Attualità
La filiera agroalimentare, un traino per la ripartenza
. Non possiamo pensare neanche lontanamente di regredire e di non dare la giusta carta d’identità ad eccellenze Made in Piemonte come il riso, la carne di maiale impiegata per la preparazione dei salumi ed i formaggi
Dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta: un quarto della spesa alimentare degli italiani rischia di tornare anonima, con il ritorno dell’utilizzo di ingredienti di bassa qualità provenienti dall’estero e spacciati per nazionali a danno di consumatori e imprese. A lanciare l’allarme da TuttoFood è la Coldiretti in occasione dell’incontro “La filiera agroalimentare, un traino per la ripartenza del Paese” promosso alla Fiera di Milano assieme a Filiera Italia, con l’apertura del Segretario Generale della Coldiretti, Enzo Gesmundo, la chiusura del Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, e con la presenza, tra gli altri, del Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e del Consigliere Delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia. Alla giornata ha preso parte anche una numerosa delegazione della Federazione con soci, Presidente e Direttore che prima ha visitato il padiglione riservato a Coldiretti e poi ha assistito alla conferenza nello spazio riservato all’Evolution Plaza di TuttoFood.
Il 31 dicembre 2021 prossimo scadranno, infatti, i decreti ministeriali che avevano introdotto l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta per il grano usato nella pasta e per il riso, del pomodoro per la passata, del latte nelle confezioni di latte uht e nei formaggi e la carne di maiale nei salumi.
“Si tratta di un passo indietro pericolosissimo rispetto a un percorso di trasparenza che nel corso degli anni ha portato indiscussi benefici ai consumatori e alle nostre imprese della filiera agroalimentare che hanno puntato sul 100% Made in Italy – affermano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Francesca Toscani -, rischiando così di creare nuovi spazi di manovra per chi inganna i cittadini con prodotti di bassa qualità spacciati per nostrani. Chiediamo dunque al Governo di intervenire con urgenza per la proroga di tutti i decreti in scadenza. L’Italia, che è leader europeo nella qualità, ha infatti il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie poiché, in un momento difficile per l’economia. Dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei. Non possiamo pensare neanche lontanamente di regredire e di non dare la giusta carta d’identità ad eccellenze Made in Piemonte come il riso, la carne di maiale impiegata per la preparazione dei salumi ed i formaggi”.
Non a caso sono ben 1,1 milioni le firme raccolte nell’ambito dell’iniziativa dei cittadini dell’Unione Europea “Eat original! unmask your food” promossa dalla Coldiretti, da Campagna Amica e da altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea, per l’estensione dell’obbligo di etichettatura con l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti.
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