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La Biella che piaceVa è tornata: “Prendo in giro tutti… e giuro che non mi candido”

Intervista al deus ex machina della pagina che fa ridere e arrabbiare tanti biellesi. Da domani torna anche la sua rubrica sul nostro giornale

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Vecchio ospedale: nuove idee, solito finale

È di nuovo tra noi, ancora più “fastidiata” di prima. Dopo quasi due anni di silenzio, la voce della Biella che PiaceVa è tornata a farsi sentire. Anzi, a farsi leggere.

Inutile dire che, almeno per quanto ci riguarda, ci era parecchio mancata.

La pagina satirica, interamente dedicata alle piccole grandi polemiche locali, il 17 giugno è ricomparsa su Facebook (casualmente lo stesso giorno in cui nacque nel 2016), dopo un lungo silenzio che durava dal settembre 2021. Oggi si chiama La Biella che piaceVa 2.0, in attesa che il suo creatore riesca a recuperare la vecchia pagina, rimasta “incagliata” tra i meandri burocratici che regolano il funzionamento del social network.

Oltre che sul web, Lbcp – questo l’acronimo divenuto un vero e proprio marchio di fabbrica riconosciuto dai tantissimi follower biellesi – farà ritorno anche nella consueta rubrica cartacea settimanale sul nostro giornale, a partire da domani, sabato 8 luglio.

Cogliamo l’occasione per una bella chiacchierata con il deus ex machina della pagina, che come da tradizione resterà anonimo.

Noodles, in “C’era una volta in America”, rispondeva così a chi gli chiedeva cos’avesse fatto durante i lunghi anni della sua assenza: “Sono andato a letto presto”. E tu? Che fine avevi fatto? Perché hai staccato la spina?

Ero stanco di certo schifo, degli insulti e delle offese che arrivano quando pubblichi una qualunque cosa sui social. Alla lunga probabilmente mi avevano logorato, così avevo deciso di prendermi una pausa. E’ banale citare Umberto Eco, ma è evidente che internet non ci abbia reso migliori. Ha fatto emergere i peggiori, quelli che prima venivano zittiti dal buon senso in due minuti al bar e ora invece si sono ritagliati il loro piccolo palcoscenico personale. Cos’ho fatto nel frattempo? Ho chiuso tutti i miei account social e mi sono goduto una bella immersione nel mondo reale. E’ stata una decisione saggia, perché mi ha permesso di capire un paio di cose.

Spiegati meglio.

Ad esempio, scollegandomi da tutto, ho avuto modo di ricordarmi che questa città non è poi l’incredibile schifo che quotidianamente viene dipinto. Disintossicandosi dalle polemiche social ci si accorge che è una città come le altre e che i drammi sono tali sul web solo perché c’è chi li enfatizza e li esaspera. Durante il lungo periodo sabbatico, a Biella, nella vita vera, sembrava non succedesse nulla di rilevante. Non appena mi sono iscritto di nuovo a Facebook, ho riscoperto i drammi. Probabilmente esistono solo lì.

Perché hai deciso di “tornare”, quindi?

la biella che piacevaPerché questa pagina era nata proprio per perculare chi ha questi atteggiamenti e mi sono reso conto che mancava qualcuno che dicesse certe cose senza mai andare oltre, senza insultare. Diciamo che ho imparato la lezione e oggi so di riuscire a vivermela con più relax. Sono in grado di non prendermela troppo con chi non ha nulla da dire e si limita a sputare odio senza motivo. Quindi rieccomi a fare quel che facevo prima: provare a generare sorrisi, riflessioni e ragionamenti senza offendere nessuno, evidenziare ancora una volta tutto ciò che di ridicolo e imbarazzante può offrire questa cittadina.
E se qualcuno pensa che non faccia ridere, pazienza. Mica sono un comico. Mi limito a dire quel che voglio dire, a modo mio.

A proposito… sono già ricomparsi anche i leoni da tastiera?

Ovviamente (ride, ndr). L’aspetto più divertente è che con gli esponenti politici locali in generale ho buonissimi rapporti, se la prendono molto di più i loro fan. I diretti interessati hanno quel minimo di intelligenza per capire che dietro a una battuta e a un meme non ci sono né malizia, né cattiveria. Oltretutto non mi sono mai schierato a destra o a sinistra, anche perché siamo un paesone: non credo abbiano un gran senso divisioni marcate come sul piano nazionale. Mi piace perculare tutti, Corradino così come Cavicchioli, che a suo tempo avevo “massacrato” per la storia della funicolare.

Anche se l’irriverenza è soltanto una delle caratteristiche di Lbcp, che ogni tanto si concede pure un taglio più “d’inchiesta”.

Vero, qualche anno fa ad esempio, nell’ambito della questione degli stabili di via Carso, fui il primo a far emergere che c’erano delle limitazioni imposte dai Beni Culturali. Diciamo che all’inizio era nata come una pagina un po’ più seria, i primi post erano più complessi e seriosi. Raccontavo la vecchia Biella: il Master, l’Augusto… cercavo di raccontare come eravamo, schivando la retorica del “si stava meglio prima”. Poi la pagina si è evoluta e ha preso una piega diversa, pur mantenendo sempre anche questo approccio, con l’intento di far ricordare qualcosa che era bello, diverso, e contemporaneamente perculandoci per come siamo oggi. Ma con leggerezza, senza l’approccio da “boomer”.

Prima hai detto che Biella è una città come le altre. Dunque, nonostante critiche e polemiche, la nostra piccola provincia non fa poi così “schifo”?

Ma no, a Biella non si sta poi cosi male. Siamo noi che ci lamentiamo per tutto. Tempo fa feci un meme che rende bene l’idea: “Biellese si manda affanculo da solo”. Siamo questo, persone che hanno bisogno di trovare sempre qualcuno a cui dare la colpa, anche se non si sa bene esattamente di cosa. Per me Biella è un paesone, senza grosse pretese e con poca tolleranza verso ciò che è nuovo e diverso. Dopo aver vissuto per decenni nella bolla del tessile, ci siamo trovati catapultati all’improvviso nel mondo reale e adesso non perdiamo occasione per lamentarci di tutto.

Però qualche problema c’è realmente…

Certo, come ovunque. Il punto è che siamo tutti allenatori con la soluzione giusta in tasca, mentre in realtà è più complicato. E’ facile pontificare stando seduti sul divano. Io provo a fare qualcosa di diverso: enfatizzare il peggio, trasformandolo in qualcosa di divertente.
Tanto lo sappiamo che lo fai solo per denaro!
Ecco, sfatiamo questo mito: no, non si fanno grandi soldi. Non lo faccio per il ritorno economico, anche perché un lavoro ce l’ho già. Questo non è né un mestiere, né una missione.

Altri miti da sfatare?

Sì, uno su tutti: state tranquilli, non ho nessuna intenzione di candidarmi. Più di una persona era convinta del contrario, forse perché tra un anno ci sono le elezioni. Non ci penso minimamente. Non ho né l’interesse, né la capacità per farlo, in compenso sono abbastanza umile da rendermi conto di quelli che sono i miei limiti.

A proposito di politica, dicci un difetto dell’attuale maggioranza.

Spesso hanno la lingua troppo lunga e poca visione di insieme. Prendi Moscarola, che è anche una brava persona e uno che si sbatte, a volte dovrebbe mollare il telefono e piantarla con le esternazioni. Lo dico per lui, perché è vero che sui social le polemiche durano un giorno, ma è altrettanto vero che poi quando fai una minch…ta c’è sempre qualcuno che si ricorda quel che avevi detto e va a recuperarlo. Fare la morale agli altri ti si può ritorcere contro. A volte agli esponenti di questa giunta manca qualcuno che gli dia un freno. Un “amico vero”, quello che ti dice “fermo, che c…o stai scrivendo?”. Qualcuno dentro che abbia il coraggio di dirgli di non fare o di non dire qualcosa. Invece fanno tutti spallucce.

Un pregio?

Questa giunta si è dimostrata molto attiva, presente con le persone. A prescindere dalle scelte che possono essere discutibili. Nel bene e nel male, Corradino se lo cerchi ti riceve. Considerato che siamo appunto un paesone, non è una cosa da poco.

Tornando alla tua esperienza con Lbcp, qual è il meme o il post che ti ha provocato più “rogne”?

Ce n’è uno che scatenò una polemica infinita, che ancora oggi fatico a comprendere. Era tipo “giovane si fa un selfie”, con l’immagine presa da internet di un ragazzo fotografato da lontano mentre si fa un selfie. La comunità asiatica andò su tutte le furie, me ne dissero d’ogni perché il ragazzo dello scatto era effettivamente orientale. Pensavano fosse una presa in giro nei loro confronti. Ci rimasi male, perché il volto era talmente sullo sfondo che nemmeno ci avevo fatto caso, non si notava. Ancora oggi mi chiedo chi possa avere tanto tempo da perdere da prendersi la briga di zoomare il viso per andare a controllare la nazionalità…

Quale post invece ha scatenato le reazioni più assurde?

Era un articolo a favore della transumanza, un testo abbastanza lungo. Nel mio stile, l’avevo intitolato “Maledetta transumanza”. Nelle prime quattro righe riportavo i commenti di persone che se ne erano lamentate, poi partivo a parlare di quanto la polemica stessa fosse assurda. Il colmo fu che tantissima gente “pro transumanza” non si prese nemmeno la briga di leggerlo, quindi capì l’esatto contrario del senso del post, limitandosi al solo titolo. Mi arrivarono commenti e offese di ogni genere. Uno mi scrisse addirittura “ti auguro di morire”. Lì capii che c’era veramente qualcuno con problemi grossi e che in queste dinamiche c’era qualcosa di profondamente assurdo e sbagliato. Fu la classica goccia, quella che mi convinse a mollare e chiudere tutto.

Lo sai, vero, che anche questo articolo genererà “mostri”?

Non solo lo so, ma ne sono certo. Quando lo pubblicherete on line qualcuno commenterà peste e corna. Pazienza, davvero non mi tocca più, ho raggiunto la pace dei sensi…

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3 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    8 Luglio 2023 at 8:27

    Non è Biella a fare schifo. Fa schifo chi sta facendo finta di amministrarla, il Gabibbo il primis.

  2. Anna Maria Zin

    8 Luglio 2023 at 11:14

    Mi mancava veramente questa rubrica perché mi faceva sorridere e poi un po’ di sana autoironia non fa mai male.
    Grazie!

  3. Anna

    10 Luglio 2023 at 0:13

    FINALMENTE SEI TORNATA !!!!!!
    LBCP

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