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La Bessa tra i protagonisti del simposio europeo sull’oro romano

E’ stato un riconoscimento importante delle ricerche effettuate

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La Bessa tra i protagonisti del simposio europeo sull’oro romano

La Bessa tra i protagonisti del simposio europeo sull’oro romano

È stato un momento di grande orgoglio per il Museo dell’Oro e della Bessa di Vermogno e per l’Ecomuseo Valle Elvo e Serra. La settimana scorsa, i rappresentanti del museo Aldo Rocchetti e Mara Cucco hanno infatti partecipato ad un simposio internazionale. Si è tenuto a Vila Pouca de Aguilar, in Portogallo. Era dedicato alla ricerca aurifera in epoca romana.
L’invito ad un evento di tale rilievo è stato un riconoscimento importante del valore scientifico e culturale delle ricerche condotte nella Riserva Naturale Speciale della Bessa. Uno dei più affascinanti giacimenti auriferi a cielo aperto del mondo romano. Un paesaggio
unico. Disseminato di enormi cumuli di ciottoli e segnato da tracce lasciate dall’antica attività estrattiva. E oggi è al centro delle attività divulgative e di studio portate avanti con passione dal museo di Vermogno.

Simposio

Durante il simposio, il prof. Aldo Rocchetti ha tenuto un intervento che ha suscitato grande interesse. La platea internazionale era formata da studiosi. Ha offerto una panoramica approfondita sulla geologia della Bessa. Sulla storia della miniera e sulle tecniche di lavaggio delle sabbie aurifere impiegate dai Romani. Un’occasione preziosa per confrontarsi con altre esperienze europee e per consolidare una rete di collaborazioni tra istituzioni museali, enti di ricerca e università impegnate nello studio del patrimonio
aurifero antico.
L’incontro in Portogallo ha rappresentato un’importante vetrina per il Biellese. E per il lavoro di valorizzazione portato avanti dall’Ecomuseo Valle Elvo e Serra. Da anni si impegna a far rivivere le tradizioni locali, restituendo voce e vitalità a storie che rischierebbero altrimenti di restare confinate nei musei.
Far conoscere la Bessa al di fuori dei confini regionali non è solo motivo di soddisfazione. Ma anche un’opportunità per costruire nuovi ponti culturali e rilanciare un territorio che ha ancora molto da raccontare.

 

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