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Ivana Quaglino ho avuto un’emorragia cerebrale ma tornerò presto

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Ivana Quaglino ho avuto un’emorragia cerebrale ma tornerò presto

«Sono ancora ricoverata, ma ritornerò il prima possibile alla mia vita di sempre».
Dalla stanza dell’ospedale “Degli Infermi” in cui si trova attualmente, Ivana Quaglino tranquillizza i propri clienti, che da un giorno all’altro l’hanno vista “sparire” nel nulla. Da venerdì, infatti, la saracinesca del Bar Rose di via Torino, locale da lei gestito, non si è più alzata. La nota barista di Biella ha rischiato grosso a causa di un’emorragia cerebrale, ma fortunatamente è stata presa in cura per tempo dai medici e non ha riportato conseguenze irreparabili.

Le parole della donna

«La speranza è che si riassorba grazie alla terapia – spiega la 59enne – senza bisogno di ricorrere a interventi. Stamattina (ieri, ndr) i medici mi hanno detto che ho avuto un’emorragia non da poco, però per fortuna è andato tutto bene, anche se non posso muovermi dal letto».
Il problema è comparso all’improvviso giovedì mattina e la donna non ne ha compreso subito la gravità.
«Stavo lavorando – racconta -, avevo appena portato dei caffè a un tavolo. Di colpo ho accusato un forte mal di testa e ho iniziato a vedere male da un occhio».
La commerciante però non ha dato grande peso alla cosa e ha continuato la propria giornata come se nulla fosse, fino all’ora di chiusura del bar. La mattina successiva, quando si è resa conto che la situazione non migliorava, si è preoccupata.
«Avevo la nausea e vedevo sfocato – spiega -, verso l’ora di pranzo mi sono decisa ad andare al pronto soccorso perché non ce la facevo più. Mi sentivo menomata».
Una volta all’ospedale, ha scoperto cosa le era successo ed è stata ricoverata nel reparto di Neurologia.
«Dovrò rimanere qui ancora per un po’ di tempo – afferma Ivana Quaglino -, adesso sono in attesa di sottopormi a un’altra Tac. Si tratta comunque di una cosa provvisoria, ci tengo a rassicurare tutti i miei clienti che, non vedendomi, in questi giorni si sono preoccupati. Spero di guarire il prima possibile e di tornare al mio lavoro altrettanto velocemente».

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