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Insegnanti: guerra tra poveri a colpi di certificati e corsi last-minute

Dilagano le proteste in tutta Italia e il malcontento sta crescendo anche a Biella

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insegnanti: guerra tra poveri

Insegnanti: guerra tra poveri a colpi di certificati e corsi last-minute. Nella scuola, da qualche anno, molti aspiranti professori combattono a colpi di certificazioni e titoli la battaglia per un posto di lavoro. L’obiettivo è accaparrarsi più punti possibile per le varie graduatorie e quindi avere una supplenza in classe.

Il massimo del punteggio che un insegnante non di ruolo può ottenere è di 12 punti, dopo un anno scolastico di lavoro. Ma per migliorare la propria posizione nelle diverse graduatorie, si possono ottenere seconde lauree, master, certificazioni linguistiche, informatiche e specifiche delle singole discipline.

Inoltre fare la differenza è la possibilità di ottenere l’abilitazione all’insegnamento al sostegno, titolo richiesto per lavorare con gli alunni (con disabilità o problemi d’apprendimento). Tutto liscio, in apparenza. Se non fosse che il Ministero dell’Università e della ricerca ha annunciato un’indagine su 11 realtà online, per verificare la correttezza delle lezioni e degli esami. Apriti cielo.

Insegnanti: guerra tra poveri a colpi di certificati e corsi last-minute

Con lo sviluppo delle università online e delle scuole sul web, da anni è nata una vera e propria caccia al pezzo di carta, spesso a costi esorbitanti. E soprattutto con infiniti malumori tra i docenti, precari e non, nonché sospetti sul reale valore di alcuni titoli e attestati.

Una situazione che dall’epoca Covid ha preso sempre più piede, in una ricerca di punti per assicurarsi un posto, soprattutto al nord. I pettegolezzi su insegnanti in possesso di certificazioni linguistiche di alto livello, che poi faticano a pronunciare parole straniere semplici, non si contano più.

L’anno appena iniziato ha visto l’esplosione di questa situazione. Docenti precari che hanno ottenuto l’abilitazione da università straniere, online, scavalcando colleghi che avevano molti più punti. Questo perché passati dalla seconda alla prima fascia dell’elenco dei precari.

Una guerra tra poveri, appunto. Questo ha portato a proteste e manifestazioni, a Milano, Roma e Novara, oltre a ricorsi ai vari Uffici scolastici territoriali.

I ricorsi

Un vero e proprio caos, che pare aver spiazzato anche il Ministero dell’Istruzione e del merito, che ha bandito un concorso e ne ha annunciati altri due, legati al Pnrr. Soluzioni che non risolveranno il tema del precariato storico e dell’assenza di continuità didattica per gli alunni.

Alunni che in questa babele di titoli da verificare e docenti che cercano lavoro, paiono l’ultima ruota del carro anziché la priorità.
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