Attualità
Insegnante vaccinata alla quale non danno il green pass: “Devo fare un tampone ogni 48 ore”
Il caso
Se si guardassero i numeri punto e basta, Mariangelo Borello per le statistiche rientrebbe tra gli insegnanti che non hanno il green pass, ma se si scava in profondità oltre ai numeri c’è una storia paradossale che svela il volto della burocrazia più ottusa.
Mariangela Borello è un’insegnate che per anni ha vissuto e lavorato in Messico. Era lì quando è esplosa la pandemia ed è lì che si è vaccinata prima di tornare in Italia. Lo ha fatto perché ne ha avuto la possibilità e ha pensato che fosse la cosa più giusta da fare per stoppare questo maledetto virus.
Lei non è dunque una ‘no vax’ o una ‘no green pass’; lei è una cittadina che è finita in una ragnatela inspiegabile. “Mi sono vaccinata in Messico con il vaccino monodose Convidencia. Una volta tornata in Italia il 5 luglio sono andata all’ufficio di igiene dove mi hanno registrato il vaccino, ma contestualmente mi hanno comunicato che non era valido per ottenere il green pass”.
Sul momento Mariangela non si è preoccupata, quello era il periodo in cui la carta verde era necessaria solamente per entrare al ristorante o in altri pochi luoghi, ma adesso la situazione si è complicata: “Io sono insegnante di ruolo in un liceo torinese e qui a scuola ho bisogno del green pass. Tutto mi hanno cercato di aiutare, ma dall’ASL mi hanno detto che dalla Regione Piemonte gli avevano comunicato che non potevo avere alcuna esenzione e che l’unica cosa che posso fare è effettuare un tampone ogni 48 ore”. Tamponi che esegue a sue spese.
Una situazione ingiusta dalla quale però non si esce: “Anche il mio medico ha cercato una soluzione, ma nulla. Ho chiesto anche di essere vaccinata di nuovo, ma non mi vogliono vaccinare perché ho già completato il mio ciclo vaccinale. È un vuoto legislativo. Sul sistema informatico della rete regionale risulta che ho concluso il mio ciclo vaccinale. Io sono vaccinata, solo che non piace il mio vaccino”.
Cosa fare dunque? Silvio Magliano, consigliere regionale dei Moderati, ha chiesto in consiglio regionale la convocazione di una commissione ministeriale per identificare le modalità per rendere equipollenti i vaccini somministrati negli altri continenti con quelli riconosciuti in Italia.
“Io ho bisogno del green pass per poter lavorare”, conclude Mariangela, “Io non sono una ‘no vax’, una ‘no green pass’. Io capisco che è giusto vaccinarsi e credo che questo vuoto debba essere sanato il prima possibile”.
Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook