Attualità
Il terzo fascicolo del libro “Il Biellese magico” in edicola fino a martedì 29 marzo
Non è mai troppo tardi per avere il terzo fascicolo del libro Il Biellese magico che trovate abbinato a La Nuova Provincia di Biella.it. Il giornale resterà in edicola fino a martedì prossimo, 29 marzo
Se ieri vi siete dimenticati di ritirare il terzo fascicolo del libro Il Biellese magico, che trovate abbinato a La Nuova Provincia di Biella.it, non preoccupatevi. Il giornale resterà in edicola fino a martedì prossimo, 29 marzo per poi cedere il posto mercoledì la nuava edizione del giornale che conterrà il quarto fascicolo del libro.
“Il Biellese magico, storie di luoghi ed esseri misteriosi, di streghe, fate e piante miracolose”. E’ questo l’affascinante titolo del nuovo libro,scritto da Lelia Zangrossi, storica e studiosa, composto da dodici fascicoli più la copertina, che saranno cellofanati al giornale sia il mercoledì che il sabato.
Il libro è ricco di notizie curiose. Lo sapevate, ad esempio, che la collina di San Gerolamo, a Biella, prima che venisse costruito un complesso abbaziale, si chiamava monte Bethlem e in quel luogo sorgeva un patibolo dove venivano giustiziati i malfattori i cui corpi erano poi sepolti nelle pendici della collinetta. Un luogo che incuteva terrore per ciò che rappresentava.
Poi ci sono quelle figure femminili inquietanti, dotate di sinistri poteri che non erano semplicemente streghe, ma qualcosa di più. In Valle Cervo, ad esempio, si nomina e fantastica su una vecchia che viene descritta un po’ simile a una strega e un po’ simile a una fata che da tempo immemorabile avrebbe avuto il potere di comandare il cielo e di causare terribili temporali.
A Brusnengo e nei paesi limitrofi si parla della “vaìna”, una donna magrissima, sempre vestita di nero e con lunghi capelli rossi raccolti in una treccia. E’ considerata una rapitrice di bambini.
E che dire dell’òm salvàj, l’uomo selvaggio che dimorava nelle caverne del Biellese e insegnava l’arte di fare il formaggio. Un giorno in valle Cervo ha pure rapito una donna, tenendola con sè un anno intero fino a quando la malcapitata è riuscita a darsi alla fuga abbandonando però il figlio concepito con l’òm salvàj.
Nel libro non mancano, ovviamente i consigli sul come difendersi dalle fatture delle masche, ad esempio recitando queste parole: “Santa Barbara e San Simon liberaci dal fulmine e dal tuono, dal fuoco e dalla fiamma e da morte improvvisa”. Un tempo, invece, le donne di Rosazza avevano l’abitudine di infilare un rametto di ulivo benedetto nell’orlo della gonna per proteggersi dalle streghe.
Poi ci sono i fantasmi, ad esempio quello del castello di Roppolo, che in alcune notti emette gemiti così forti e strazianti che si possono udire anche in paese.
Il libro scritto da Lelia Zangrossi contiene decine e decine di leggende tutte ambientate nel Biellese. Si tratta di una pubblicazione, realizzata in collaborazione con l’Associazione Biella 3.0, che non potete proprio perdere perché ci riporta alle nostre tradizioni e alla nostra storia più antica.
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