Attualità
Il sonno raccontato nelle Poesie Notturne di Matteo Bonino
Dal sonno all’isolamento passando attraverso la poesia. Sono molti i temi affrontati dal giovane autore biellese Matteo Bonino all’interno di Poesie Notturne, edito dal Gruppo Albatros.
Nato a Borgosesia nell’aprile 2002 e diplomato al Liceo Scientifico di Cossato con il massimo dei voti, Matteo frequenta per un anno la facoltà di Fisica presso l’Università di Trento per poi trasferirsi a quella di Lettere Moderne presso l’Università di Torino. È proprio da questo “incidente di percorso” che nasce il libro, o meglio, dall’esigenza di esternare tutti quei pensieri che lo assillano durante le notti insonni a Trento, dove ben presto capisce di essere molto più affine alle materie umanistiche che a quelle scientifiche.
«Durante la prima sessione invernale a Trento – racconta l’autore – leggevo e studiavo poesie anziché matematica. Mi sono proiettato nel mondo della scrittura e ho iniziato a raccogliere le idee. L’instabilità emotiva data dalla mia situazione accademica è poi sfociata in un vero e proprio ozio continuo. Non riuscivo più a distinguere il giorno dalla notte: da lì nasce l’idea di parlare del sonno»; di quel «luogo – non luogo, dove nulla accade, nulla incombe», scrive Pamela Michelis nella prefazione.
La passione per la poesia, in realtà, nasce già in quarta superiore, quando Matteo, per raggiungere l’eccellenza in storia, sceglie di scrivere una sorta di satira politica sulla situazione del razzismo in America, un poemetto in decasillabi sulla falsariga Dei Sepolcri di Ugo Foscolo. Sarà invece Alla luna di Leopardi ad ispirargli il tema di Poesie Notturne e la sua copertina, disegnata dall’autore stesso.
«Le riflessioni che si trovano – specifica – nascono da un’esperienza estremamente soggettiva, che può anche dare degli spunti, ma non ho la presunzione di insegnare qualcosa al lettore».
Oltre ai versi poetici sono presenti i cosiddetti sbadigli, degli incipit riflessivi ulteriori che chiariscono il suo punto di vista. «Nel libro si parla del tentativo di riposare e io in quel periodo facevo molta fatica a prendere sonno perché continuavo a riflettere sul sonno stesso, quindi mi veniva da sbadigliare: un ritorno di fiamma».
Il sonno, secondo Matteo Bonino, può essere una morte vivificata, un rifugio, un momento di pace dalle pesanti faccende quotidiane, ma anche una dipendenza, una condizione a cui non possiamo sottrarci, una prigionia. Pace e tormento; irrequietezza e riposo con la r maiuscola; e poi c’è l’alba: la rinascita, una nuova possibilità per sperare di sopravvivere al male che connatura il mondo.
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