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Il presidente Seab: «Società sana, a breve concorso per 30 assunzioni»

Rossetto fa il punto dopo le polemiche. E sulle riscossioni salate spiega: «Già applicati correttivi»

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BIELLA – «L’azienda è ampiamente in fase di risanamento, con tantissimi spazi di rinnovamento, ha iniziato a produrre cospicui utili. Abbiamo intrapreso un percorso importante e i risultati attuali sono migliori delle aspettative, poi è chiaro che nessuno è infallibile o ha la bacchetta magica; i contributi degli altri sono sempre bene accetti, purché non si tratti di voler fare pura e semplice polemica».

Non si nasconde dietro un dito Luca Rossetto, attuale presidente di Seab, che venerdì si è presentato davanti ai soci in occasione dell’assemblea di controllo analogo.

Alla vigilia dell’incontro con i sindaci, ci ha raccontato qual è l’attuale situazione della società, soffermandosi e provando a fare chiarezza anche sui punti che negli ultimi mesi hanno sollevato proteste e critiche.

Partiamo dalla questione recupero crediti, che parecchio ha fatto discutere nei mesi scorsi, soprattutto per le pesanti quote di spese legali addebitate anche a chi doveva all’ente poche decine di euro. Come si sta evolvendo da questo punto di vista la situazione?

Già a dicembre avevamo preso atto della segnalazione. Ci siamo presentati in assemblea di controllo analogo spiegando i correttivi già apportati per quanto riguardava le posizioni debitorie più piccole. Era assolutamente necessario intervenire e cambiare qualcosa in tal senso, e lo abbiamo fatto, prevedendo oneri più ragionevoli per quanto riguarda le posizioni debitorie di minore importo.

Da Cossato, in particolare, viene messa in discussione anche la procedura del recupero, a partire all’affidamento diretto alla società Npi, sulla quale è stato chiesto anche un parere legale.

Su Cossato va detto innanzitutto che rischiavamo di veder andare in prescrizione una serie di insoluti, quindi abbiamo dovuto agire tempestivamente. Agire sugli insoluti non è una “scelta”, ma un dovere che ci impone la legge, oltre che un passaggio fondamentale per il buon esito del piano concordatario e il ripianamento del debito. Per quanto riguarda l’affidamento diretto, la normativa prevede che si possa procedere in questo modo per importi fino a 139mila euro. L’attività di recupero crediti con altre società ha portato a risultati modesti, quindi abbiamo affidato l’incarico a questa. C’è la massima trasparenza, abbiamo presentato tutta l’attività condotta da luglio 2019 in avanti e i risultati ottenuti. Il Cda ha agito nell’interesse della società e nell’interesse dei creditori concordatari e ritengo abbia agito in conformità con il merito della normativa.

Qual è la differenza rispetto a Biella?

Biella ha aderito alla richiesta di passaggio da Tarip a Tari. Si tratta di un fatto puramente amministrativo, che non altera o peggiora le modalità di gestione dei rifiuti. In questo modo noi, a partire dal 2022, fattureremo direttamente al Comune e non più alle 25mila singole utenze, un passo fondamentale per il salvataggio della società del quale va dato atto alle amministrazioni di Biella e di Vigliano. Abbiamo proposto questa soluzione a tutti i quattro comuni con la Tarip: Biella, Cossato, Vigliano e Gaglianico. Biella e Vigliano hanno aderito, Cossato e Gaglianico, legittimamente, no.

Tornando al recupero crediti, come procederete adesso?
Emetteremo un bando di gara per il recupero di tutto il monte crediti pregresso residuo, definiremo quelle che sono le migliori procedure, accogliendo raccomandazioni e suggerimenti che non compromettono l’efficacia dell’azione di riscossione.

Sempre da Cossato è stato chiesto anche un altro correttivo per il futuro: l’invio di solleciti preliminari tramite raccomandata. Come si muoverà Seab?

Quando non venivano inviati era perché i regolamenti comunali non lo prevedevano. Non è un problema farlo, ma se dobbiamo mandare 80mila raccomandate, si tratta di un’attività onerosa i cui costi ricadono inevitabilmente sull’utente. Cercheremo di strutturare questa cosa nel miglior modo possibile, ma i costi comunque ci saranno e saranno addebitati. Più in generale, ribadisco, in assemblea siamo concordi nel recepire eventuali indicazioni e miglioramenti, purché non pregiudichino l’efficacia della riscossione, che è fondamentale per il buon esito del piano concordatario.

Nelle ultime settimane si è parlato anche di tariffe in aumento. Il sindaco di Zumaglia, ad esempio, ha deciso di ridurre i passaggi di raccolta proprio per diminuire i costi. Sono inevitabili questi rialzi?
Ci tengo a precisare che il costo per abitante nel Biellese è significativamente inferiore ad altre realtà comparabili, come Parma e Vercelli, anche dove il servizio è affidato ai privati: non che siano da demonizzare, ma non sono una garanzia a priori. Per quanto riguarda eventuali aumenti delle tariffe, stiamo elaborando il bilancio preventivo del 2022 e sottoporremo a Cosrab nei prossimi giorni le nostre proposte. Purtroppo tra inflazione e rincari, crescono anche i nostri costi operativi, basta pensare al gasolio. Poi ci sono altri aspetti che incidono, ad esempio c’è stato un rinnovo del contratto di lavoro di recente, rinnovo che recepiremo. In ogni caso c’è una normativa apposita, a tutela dei cittadini, delle imprese e dei Comuni, anche per quanto riguarda gli aumenti che società come la nostra possono applicare, affinché vengano tenuti sempre sotto controllo e siano legittimi e giustificati in modo trasparente.

Tra le critiche arrivate in questi giorni, una riguarda anche la scelta del Cda di chiedere “il voto di fiducia” in assemblea. Perché il consiglio d’amministrazione procede in questa maniera?

Per avere una conferma o meno della fiducia degli azionisti sul nostro operato, anche alla luce di riserve e critiche a nostro giudizio fin troppo incalzanti.

Detto questo, ad oggi qual è la situazione di Seab? Come sta procedendo il percorso iniziato quasi due anni fa?
C’è ancora molto da fare, nessuno ha la bacchetta magica, ma l’azienda è ampiamente in fase di risanamento e stiamo mettendo le basi per un profondo rinnovamento. Contrariamente a valutazioni avventate e infondate apparse sui giornali, oggi Seab non è affatto un “carrozzone” e cammina lesta sulle proprie gambe: lavora per una riduzione dei costi anche attraverso l’ammodernamento, è risanata da un punto di vista tecnico e finanziario, nei prossimi mesi assumerà trenta persone. Sono tre segnali che la dicono lunga sullo stato di salute di Seab, una società che nel frattempo è anche riuscita ad attraversare una fase emergenziale pandemica senza intaccare in modo significativo il servizio offerto. Tutto questo grazie all’impegno e alla professionalità delle persone che ne fanno parte. Ci tengo anche a ricordare che questi risultati sono stati ottenuti senza che alcun lavoratore perdesse un euro o facesse un’ora di cassa integrazione.

Qualora non andasse a buon fine il piano concordatario, l’opzione sarebbe il fallimento. Sono vere le voci che dipingono Seab come un “boccone” ambito dai privati?

Un’azienda come questa, da oltre 3 milioni di Ebita, chiaramente ha un mercato. È probabile che alcuni privati, legittimamente, la vedano come una “preda” interessante. A noi è stato affidato il compito di risanarla e mantenerla in mano pubblica e noi questo compito stiamo assolvendo e cercando di portare a termine.

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