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Il padrone è morto da anni, ma Charlie non vuole lasciare la sua casa

Alessia racconta la storia del cane di Pettinengo: «Da quando è morto il suo “papà”, ci occupiamo noi di lui e abbiamo capito che solo qui è sereno»

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«Mi piacerebbe molto poter invitare la signora che ha segnalato che il mio cane è solo e abbandonato a venire a passare un po’ di tempo con lui. Vorrei farle conoscere la sua dolcezza e farle capire quanto è sereno. Sicuramente Charlie non è né dimenticato né trascurato. Tutta la gente a Pettinengo conosce la sua storia e spesso chi passa di lì gli allunga un biscottino. Fra l’altro, a breve mio nipote e la sua compagna sistemeranno la casa dove il peloso vive da quando è nato per andare a stare lì. Speriamo con tutto il cuore che lui possa continuare a lungo ad essere il suo “guardiano”».

Charlie non è abbandonato: non vuole lasciare la casa del suo padrone, morto da anni

charlieE’ amareggiata e molto adirata Alessia Cavalieri quando racconta quello che sta vivendo a causa di continue segnalazioni, l’ultima della scorsa settimana, che riguardano il cane di cui lei e la sua famiglia si stanno occupando da quando il proprietario è mancato ormai quasi dieci anni fa. Charlie, infatti, anche quando è morto il suo padrone si è rifiutato di lasciare la sua casa a Pettinengo, nonostante i ripetuti tentativi di portalo via da un’abitazione ormai vuota. Per i suoi nuovi padroni è stato impossibile allontanarlo da lì e così hanno dovuto trovato una soluzione alternativa che consentisse al cane di essere il più sereno possibile.

“Da quando è morto il suo ‘papà’, ce ne occupiamo noi”

«Nel 2015 il suo papà umano, lo zio Beppino, è andato all’ospedale, da lì in casa di riposo fino a quando pochi mesi dopo è mancato – spiega la donna – . Da allora ce ne occupiamo noi, con tutto l’amore che possiamo. Anche quando siamo in vacanza, a turno, i nostri più cari amici vanno da lui e se ne prendono cura. All’inizio era un cane molto difficile, diffidente perché lo zio gli aveva insegnato che bisognava difendere la “sua casa” e lui lo faceva bene. Non si fidava di nessuno, anche mio padre ha fatto molto fatica a renderselo amico».
«L’abbiamo sempre seguito anche se tutto sembrava molto complicato – continua Cavalieri -. Abbiamo anche contattato il canile per vedere come poter intervenire. Ci spiaceva molto lasciarlo lì da solo, ma tutte le altre soluzioni non andavano bene per lui: ogni volta che provavamo a portarlo via lui cercava di scappare e non si dava pace, quindi abbiamo deciso di provare ad assecondare le sue esigenze. Charlie voleva dormire nelle cucce che lo zio aveva costruito per lui e sparso per tutta la proprietà, una per ogni stagione. Voleva poter perlustrare tutta la lunghezza del suo territorio e controllare che nessuno entrasse nel perimetro della casa. Per anni è stato il miglior guardiano ed ancora ora continua a sorvegliare il cancello di accesso proprio come gli aveva insegnato il suo papà».

“Ha 15 anni, è cieco e sordo: stiamo sempre attenti a non spostare nulla affinché possa girare per la casa senza farsi male”

«Ora ha circa 15 anni è diventato cieco e sordo e il suo musetto è ancora più tenero e simpatico con i suoi occhioni grandi, un orecchio su e l’altro giù, sembra che voglia vedere e sentire chi sta arrivando, forse aspetta ancora il suo papà – conclude la donna -. Dobbiamo fare molta attenzione a non spostare nulla o a cambiare qualsiasi cosa perché ormai lui sa quale tragitto deve fare per girare tutta la casa senza farsi del male. Ama il suo trapuntone ed è il posto dove si sente più tranquillo e sicuro, proprio nella veranda davanti alla porta. Lui potrebbe dormire in garage che è sempre aperto ma preferisce stare all’ingresso. Per non farlo sentire troppo solo poi, Marco, mio marito, si è fatto una palestra sempre nel garage dove va quasi tutti i pomeriggi. Anche mio nipote va spesso da lui e ne approfitta per occuparsi del giardino. Vorrei ancora aggiungere, per tranquillizzare chi ha fatto la segnalazione dicendo che ha le zecche, che non è assolutamente vero, a rendere maculato il suo pelo è una dermatite che stiamo controllando e curando. Io e tutta la mia famiglia amiamo gli animali e non ci saremmo mai sognati di abbandonare un cane, meno che mai Charlie. Sulla tomba dello zio nella foto c’è anche lui, fa parte della nostra famiglia, tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per farlo stare il più sereno possibile, gli manca il suo padrone e quella casa è tutto ciò che gli resta di lui».

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2 Commenti

1 Commento

  1. Spillo

    15 Maggio 2024 at 21:20

    Ci sono persone che sparano sentenze, senza conoscere i fatti, bisogna ammirare chi per anni si è presa cura del cane.

  2. Susy

    15 Maggio 2024 at 22:32

    mi sono venute le lacrime agli occhi.. in un certo senso mi ricorda la storia di Hachiko.. e di tantissimi altri animali da cui molti esseri umani avrebbero solo da imparare.. bravi! avete fatto bene ad assecondare i desideri di Charlie.. fregatevene dei giudizi non richiesti di certe persone.. buona vita Charlie❤️❤️

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