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Attualità

Il nulla dell’informazione biellese

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BIELLA – Il nulla, ecco quello che succede a Biella, noi ci abbiamo scherzato su parecchio, ma in fin dei conti dovremmo solo che esserne felici.
Non ci sono “quasi” mai eventi gravi o significativi in città, niente che catalizzi davvero l’attenzione cittadina ed è questo continuo “niente” che ha portato il giornalismo locale a toccare le vette più alte (o più basse) della non informazione. #Biellacapitaledelcrimine è una delle rubriche che riscuote maggior successo ma il merito non è nostro, che ci limitiamo a raccogliere i titoli, ma dei quotidiani locali che sembra facciano a gara a chi la spara più grossa, o più piccola, dipende dai punti di vista.


Così ci ritroviamo spesso a leggere titoli imbarazzanti che in una realtà normale non verrebbero neanche presi in considerazione. Un bene? Un male? Sicuramente rincuora che non siano fatti più gravi a riempire le pagine dei giornali ma di riflesso catapultano l’informazione locale al gradino più basso della scala giornalistica.
Pupazzi di neve distrutti, liti per il formaggio, cavalli scappati dalla stalla.

Qualcuno ha spostato un cartello stradale, rubato un monopattino, schiamazzi alle 20:30, mette un cuscino sotto la maglia per fingersi incinta. Questi sono solo alcuni dei titoli apparsi negli ultimi mesi.
Sarebbe tutto “quasi” normale se non fosse per le risposte dei cittadini ad alcune notizie, l’ultima, in ordine di tempo, proprio quella del pupazzo di neve distrutto a Rosazza, ha fatto emergere il meglio, o il peggio, di ciò che siamo diventati, con commenti che vanno dal mero insulto alla condanna più esemplare, passando da punizioni corporali e metodi da Pralungo.
Tutto questo per un pupazzo di neve! La cosa farebbe anche sorridere se non fosse davvero triste, l’idea che esistano personaggi di tale levatura morale, che, a confronto, fanno apparire i “vandali di Rosazza” bulletti di paese. Vi svelerò un segreto, proprio questo sono, bulletti che hanno fatto una ragazzata come noi alla loro età, anzi, forse facevamo anche peggio ma i giornali avevano altro a cui pensare, per fortuna.


Bei tempi andati, quando si aspettava con ansia il bisettimanale locale per leggere davvero le notizie e non il gossip più becero, per quello c’era apposite riviste accatastate dal parrucchiere sotto casa. Ora ci hanno tolto anche quelle, a scapito di qualche click in più e tanto tanto imbarazzo.

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