Attualità
Il Biellese non può essere governato dalle Fondazioni
Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana
La triste vicenda del “mostro” al Santuario di Oropa e quella di certo non più allegra dello sfaldamento della rete di “attori” che aveva portato Biella a ricevere il riconoscimento Unesco di città creativa, stanno mettendo in luce un aspetto forse mai considerato prima: lo strapotere delle Fondazioni (ma sarebbe più esatto dire della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella), prescindendo dalla politica e dai voleri della comunità.
Sia chiaro, la Fondazione CrB nei suoi trent’anni di attività ha recato al territorio biellese risorse economiche importanti, talvolta irrinunciabili, pensando soprattutto al nuovo ospedale di Biella o alla manutenzione del Santuario di Oropa, al mondo della scuola o a taluni interventi di forte rilevanza sociale.
Tutto ciò però non giustifica quel tentativo di avere costantemente l’ultima parola, relegando la politica ad un ruolo di supporto, con la crescente convinzione che la pubblica amministrazione abbia il dovere di scansarsi solo perché, da alcuni anni, non dispone più di risorse economiche che possano competere con quelle della Fondazione. In un contesto democratico le scelte le fa la gente attraverso i suoi rappresentanti che scaturiscono dal voto.
Un territorio non può essere governato dalle Fondazioni (e parlo al plurale perché ci metto anche “Biellezza” con a capo la famiglia Zegna e l’ormai quasi onnipotente Fondazione Pistoletto), dall’Unione Industriale e dalle banche. Ciò anche perché talune decisioni che scaturiscono da quelle sedi, risultano distanti dal “sentire” della gente e sono frutto di empatie imposte al territorio, ma non condivise.
E’ il caso della mostra “Le pieghe dell’anima” al santuario di Oropa, che tanto ha fatto discutere in questi giorni e che sta indignando migliaia di persone, ma che il sito mariano non avrebbe potuto rifiutare alla luce delle risorse che la Fondazione CrB, principale sponsor dell’allestimento, assegna ogni anno per le opere di manutenzione del santuario. Ma è il caso anche del clamoroso abbandono delle Fondazioni e dei loro aggregati dalla partita di Biella città creativa Unesco, lasciando il sindaco Corradino con il cerino in mano per avere semplicemente rivendicato il diritto della città di Biella di essere capofila, essendo il riconoscimento stato assegnato alla città stessa.
Viviamo in un’epoca nella quale il potere finanziario, in Italia e nel mondo, prevarica ogni giorno quello politico e lo fa spesso in modo subdolo e con protervia. Potessimo risparmiarci, almeno in parte, la replica, sia pure in misura a noi dimensionata, di quel brutto spettacolo, di quella triste sensazione, ci sentiremmo tutti un po’ più rassicurati.
Giorgio Pezzana
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Pier Giovanni Malanotte
14 Luglio 2022 at 11:37
Dove è la “” politica “”, rectius la classe politica ?