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Il 2020 sarà un anno bellissimo…

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Anno che viene, anno che va: unità di misura del nostro tempo che usiamo per darci consapevolezza che questo passa, eccome se passa. Cosa ci sia da festeggiare quando passa resta ancora una domanda senza risposta, un mistero della fede. Nel Capodanno e nel cotechino con lenticchie. Ma il gioco dei bilanci e degli sbilanciamenti, e degli oroscopi che descrivono un ugual destino per milioni di persone, continua immutabile: fedele a se stesso, alle sue verità e alle sue innocue menzogne.

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C’è un dato, però, che, a incontrarlo spulciando bene tra articoli e comunicati di fine d’anno, dovrebbe farci andare di traverso una lenticchia dietro l’altra e tutti i resti di panettone che ancora stiamo inzuppando disperati nel latte delle nostre colazioni.

Il dato in questione riguarda il raffronto regionale sulla cassa integrazione e la sua differenza tra il 2019 e l’anno precedente.

Nella nostra provincia, i primi 11 mesi del 2019 hanno fatto registrare un incremento della cassa del 337,6% rispetto a quelli del 2018. Questa percentuale ci pone in testa alla classifica regionale, unici con una percentuale a tre cifre. Altro che stappar bottiglie, magari etichettate Unesco: il conto alla rovescia pare indirizzato a noi, mica al 2019. In questo 2020 ci saranno da rivalutare, nell’ottica del quinto centenario della sua incoronazione, le richieste di grazia alla Madonna d’Oropa.

Al di là dei proclami elettorali della campagna che ci lasciamo alle spalle, e per la quale varrebbe sì la pena di stapparne una proprio perché ce la lasciamo indietro, e al di là dei proclami da campagna permanente che ci toccherà subire dai politicanti d’ogni colore il 2020 s’annuncia con lo stesso nulla del 2019. E, oltre la siepe delle costanti e provvisorie previsioni della Confindustria locale, il solito buio.

Sulla carta, almeno la congiuntura astral-politica potrebbe esserci favorevole. Infatti, come mai prima, ci siamo dotati di: un ministro, tre deputati, un senatore, due assessori regionali, un consigliere regionale in ufficio di presidenza e un segretario regionale di partito. Da quel punto di vista, di alibi a fine 2020 non ce ne saranno: ora o mai più. Sempre che da parte della politica, oltre all’ombelico, ci siano la volontà e la capacità di uno sguardo attento a un territorio in palese difficoltà in tema di sviluppo e lavoro.

Il resto lo scopriremo solo vivendo, sperando di riuscire almeno a sopravvivere. E, sempre che non piova troppo, di riuscire a vincere alla fiera di maggio qualche bottiglia di spumante da stappare a fine danno (sì, è scritto tutto attaccato!). Sarà un anno bellissimo, comunque vada. O magari no.

Ora pro nobis.

Lele Ghisio

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