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I lupi sono arrivati alle porte della città: sei pecore uccise

Al pastore proprietario delle pecore è stato consigliato di tenere gli animali in una zona chiusa già presente, circondata da un muretto di calcestruzzo sovrastato da una recinzione.

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 I lupi, già ampiamente diffusi in montagna e anche in collina, sono arrivati alle porte di Torino. Gli esiti degli esami del dna a cui sono state sottoposte le carcasse di tre pecore uccise (ma non mangiate) nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2021 scorsi sull’Isolone di Bertolla hanno confermato che la predazione è attribuibile al canide.

Sul posto erano intervenuti i guardaparco del parco fluviale del Po della pianura torinese e i veterinari dell’Asl Torino competente per territorio, che avevano effettuato diversi tamponi per recuperare il codice genetico del predatore sulle carcasse delle pecore.

Nella notte fra il 18 e il 19 maggio si era verificata una seconda predazione con altre tre pecore uccise, anche in questo caso non consumate. La mattina del 19 maggio un tecnico faunistico della Città Metropolitana di Torino aveva compiuto un sopralluogo insieme ai guardaparco e ai veterinari dell’Asl, per effettuare ulteriori tamponi. Erano anche state posizionate due fototrappole, di cui una nella notte successiva aveva ripreso un canide molto simile ad un lupo, anche se l’immagine non era del tutto nitida.

“Nessun cittadino ha corso rischi – spiega Barbara Azzarà, cnsigliera metropolitana delegata all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora – perché l’isolone di Bertolla è chiuso al pubblico e dato in concessione a un allevatore che vi tiene allo stato brado diversi animali. Da tempo i guardaparco effettuano videoriprese di cinghiali, volpi, faine, ricci, per non parlare dei numerosissimi uccelli, prova della qualità ambientale dell’isola”.

Al pastore proprietario delle pecore è stato consigliato di tenere gli animali in una zona chiusa già presente, circondata da un muretto di calcestruzzo sovrastato da una recinzione.

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