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I biellesi si mobilitano per aiutare il giovane Mattia ricoverato a Torino per una grave forma di leucemia

«Tutto è partito da un semplice mal di gola, ora stiamo vivendo un incubo, ma è bello sapere di non essere soli»

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BIELLA – «Un po’ mi vergognavo quando mi hanno detto della raccolta fondi, non volevo rendere pubblica una situazione così privata, anche se devo ammettere che in un momento così difficile sapere di avere il sostegno di tante persone sta dando a me, alla mia famiglia, ma soprattutto, a Mattia una forza incredibile».

Inizia con queste parole il racconto di Maria Celardo, la mamma di Mattia, un bambino biellese di soli 12 anni, al quale hanno diagnosticato un grave forma di leucemia e che, attualmente, è in cura al Regina Margherita di Torino.

«Tutto è iniziato a settembre – racconta Maria Celardo – con un semplice mal di gola, che però non passava. A questo poi si sono aggiunti forti mal di testa e alcune ghiandoline che hanno cominciato ad ingrossarsi; a quel punto abbiamo deciso di andare dal nostro medico di famiglia. Mattia non migliorava e noi cominciavamo a preoccuparci seriamente. Il medico, dopo averlo visitato, ci ha prescritto una cura con degli antibiotici, ma – visto che anche con le medicine la situazione non migliorava – a distanza di poco siamo andati al pronto soccorso ed è cominciato il nostro incubo. Era fine ottobre».

«Devo dire che sono stati bravissimi in ospedale a Biella, hanno subito capito che qualcosa non andava e ci hanno immediatamente mandato al Regina Margherita – prosegue la mamma – dagli esami del sangue, infatti, sono emersi valori che hanno allertato i medici. E così è arrivata la diagnosi: Mattia aveva dei linfonodi maligni e la leucemia. Un colpo al cuore, da un semplice mal di gola siamo passati a delle malattie di cui, sinceramente, non conoscevamo praticamente nulla. Purtroppo, però, abbiamo imparato in fretta anche perché Mattia ha una forma rara e molto aggressiva. La sua diagnosi è leucemia plasmacellulare senza menzione di remissione. Proprio per questo motivo ora mio figlio sta facendo i cicli di chemioterapia per i linfonodi e, in parallelo, stanno studiando la cura migliore per la leucemia così da prepararlo al trapianto. Mattia sta lottando su due fronti».

«Proprio a questo proposito ci tengo a ringraziare tutto il personale sanitario che sta facendo un lavoro eccezionale; loro sono fantastici – evidenzia con un nodo in gola la donna –, ci hanno dato anche un appartamento di appoggio dove possiamo stare io e Mattia tra una chemio e l’altra. Una benedizione, anche perché non potremmo permetterci di restare a nostre spese a Torino. Io non ho un impiego e mio marito fa dei lavori saltuari, abbiamo anche un altro figlio di 17 anni, insomma nell’ordinarietà non abbiamo mai chiesto niente a nessuno ma in questo momento, nonostante tutte le cure siano pagate, abbiamo delle spese extra a cui fatichiamo a far fronte. Anche solo gli spostamenti da Biella a Torino diventano impegnativi. Ad esempio, in questi giorni il fratello di Mattia verrà a trovarci per stare un po’ con noi e per parlare con uno psicologo, un bellissimo servizio messo a disposizione dall’ospedale per supportare anche i famigliari dei pazienti».

«E’ difficile spiegare cosa stiamo vivendo in questi momenti – e così conclude Maria Celardo – e avere il supporto di esperti è fondamentale, come fondamentale è sapere di avere delle persone che ti sostengo e ti vogliono bene, soprattutto per Mattia. Anche se ancora relativamente piccolo, purtroppo, è abbastanza grande per rendersi conto di quello che gli sta accadendo. Oltretutto, adesso si è aggiunto anche il dolore fisico, la difficoltà a camminare e la perdita di capelli. Qualche giorno fa gli ho detto che dovevamo comprare delle scarpe nuove e lui mi ha detto che tanto non gli sarebbero servite, mi sono sentita morire. Penso che l’iniziativa messa in campo per aiutarci serva a Mattia anche per fargli capire quanta gente tiene a lui, i suoi compagni di classe della Marconi, per esempio, stanno organizzandosi per fargli una sorpresa, mai come in questo momento ha bisogno di sentirsi amato e di pensare a cose belle, a un futuro dove i suoi sogni si realizzano, come quello di andare a vedere il suo Napoli al San Paolo e, poi, in “pellegrinaggio” al tempio del suo idolo Maradona. Appena starà meglio, infatti, lo porteremo, per adesso, se tutti gli esami risulteranno a posto, il 23 sera dovremmo tornare a Biella e restare fino a Natale. Staremo da mia mamma perché, purtroppo, noi abitiamo al secondo piano e Mattia non può salire le scale, mentre la nonna abita al pianterreno. Quello che conta però è che saremo nella nostra città con le persone che amiamo e ci amano».

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