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«Ho visto andare in fumo i sacrifici di una vita, ma nonostante la catastrofe devo dire “grazie”»

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«In mezz’ora ho visto andare in fumo la fatica di una vita. Un’esperienza che non auguro a nessuno, ma sarebbe potuta andare molto peggio».
Ha vissuto una disavventura che non si augura a nessuno, Armando Malagoli, la sua casa è stata parzialmente distrutta da un incendio il primo giorno dell’anno. Le fiamme, probabilmente provocate da un surriscaldamento del camino, hanno divorato il tetto e devastato il secondo piano dell’immobile, dove vive sua figlia con la famiglia. Anche il suo alloggio, al piano inferiore, è rimasto danneggiato, ma in maniera ridotta.
«Dopo due o tre giorni e una serie di lavori con l’elettricista – racconta -, mi hanno permesso di tornare. L’appartamento di mia figlia è messo molto peggio, ci vorrà più tempo per renderlo di nuovo abitabile».
Le due famiglie erano in casa quando sono divampate le fiamme. Fortunatamente è successo di giorno e se ne sono accorti per tempo, altrimenti avrebbero rischiato conseguenze ben peggiori: «Se n’è accorto mio genere – prosegue Malagoli -. E’ uscito sul terrazzo per prendere qualcosa e ha sentito uno scricchiolio. Quando si è voltato e ha alzato lo sguardo ha visto che il tetto e il sottotetto stavano bruciando. Ci siamo allontanati immediatamente e abbiamo chiamato i pompieri. I pompieri sono intervenuti velocemente con tre mezzi, ma quei momenti, mentre vedi andare in fumo i sacrifici di un’esistenza, sembrano eterni».
Nonostante il duro colpo subito, Malagoli si rende conto che è una fortuna già solo il fatto di poterlo raccontare. Per questa ragione ha voluto ringraziare tutti coloro che in quegli istanti e nei giorni successivi hanno aiutato lui e la sua famiglia.
«Innanzitutto i vigili del fuoco, il loro intervento ha evitato la completa distruzione dell’edificio, ma anche i carabinieri, arrivati subito. Grazie da parte mia, di mia moglie, di mia figlia, di mio genero e di mio nipote per la tempestività e l’impegno».
Quella di vigili del fuoco e forze dell’ordine non è l’unica mano tesa che ha avuto modo di apprezzare: «Un ringraziamento – continua – va anche a tutti i compaesani di Sordevolo, che ci hanno sostenuto nei momenti di sconforto. Soprattutto i nostri vicini, Virginia, Beppe e Greca, Pier Giovanni, Cinzia, Luca e famiglia».
Infine un grazie va all’amministrazione comunale di Sordevolo, che ha trovato alloggi provvisori alla famiglia di Malagoli e di sua figlia. «In particolare al nostro sindaco e Alberto Monticone e consorte – conclude – per l’intervento immediato e costante, per esserci stati vicini moralmente e fisicamente. Il sindaco si è attivato immediatamente per trovarci un’adeguata sistemazione provvisoria: gli saremo sempre riconoscenti».

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