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Funiculì, funi(n)culà: si parla e si sparla

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Da quel famoso 10 luglio 2018 quando il funi-ascensore venne inaugurato, non si parla d’altro in città. La “nuova” funicolare non è mai stata così famosa, o per meglio dire, famigerata. Continui stop, guasti, rallentamenti, rumori molesti, ironia, delusione e rabbia l’hanno fatta da padrone in questi mesi. L’operazione restyling non è andata come sperato, ci avevano promesso un apparato nuovo, affidabile, moderno, fedele all’originale e soprattutto gratuito, parolina magica che ha fatto drizzare le antenne al biellese medio, perché è bastato dire questo per far riversare alla partenza orde di cittadini che fino ad allora vedevano il Piazzo solo in cartolina.
E infatti, in tutto ciò, l’unica promessa veramente mantenuta è stata quella del costo zero per l’utente, anche se un prezzo alla fine l’abbiamo pagato tutti, quello dell’inefficienza. È altresì vero che, con il senno di poi, è facile dire “era meglio prima, ridateci la vecchia, avete buttato i nostri soldi, vergogna e bla bla bla” però a conti fatti anche queste sono tutte inesattezze, vediamo perché: “Era meglio prima? Forse, ma quanti la usavano?

Quanti si ricordavano della sua esistenza? Quanti erano disposti a pagare per far due passi a in piazza Cisterna? “Ridateci quella vecchia”. Impossibile, era fuori norma e la manutenzione avrebbe avuto un costo superiore all’impianto attuale (Nonostante la presa di posizione populista e priva di fondamento del sempre agguerrito onorevole Delmastro). “Avete buttato i nostri soldi”. Falso, è stata finanziata con i contributi europei, al cittadino biellese non è costato nulla in termini economici.
E allora cosa è successo? Di chi sono le colpe? Della ditta costruttrice Maspero che ci ha venduto un impianto difettoso spacciandolo per funzionale quando in realtà non lo era affatto e dell’amministrazione precedente, che ha dimostrato di non avere polso e che già alle prime avvisaglie avrebbe dovuto alzare la voce e far partire solleciti e penali. L’attuale giunta, che si trova al potere grazie anche alla cattiva nomea dei predecessori causata proprio da questo controverso progetto, minaccia azioni a tutto spiano, fin dalla notte dei tempi ma a conti fatti è tutto invariato.
Si parla di risarcimenti, di chiusura a tempo indeterminato, di avvocati, insomma in puro stile biellese, come i predecessori, si parla si parla si parla si parla e intanto gli unici che davvero si muovono sono i vigili del fuoco, costretti a recuperare i malcapitati bloccati all’interno delle cabine, sempre più sovente, perché la gente ancora la usa, perché la gente ancora ci crede, perché la gente è fatta così, basta che sia gratis.

 

La Biella che piaceVa

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