Guardia di finanza Biella, in cinque indagati per caporalato

Guardia di finanza Biella, in cinque indagati per caporalato

Guardia di finanza Biella, in cinque indagati per caporalato

Un’indagine sul caporalato e illeciti subappalti è partita dalla Guardia di finanza di Biella. E si è estesa a otto regioni d’Italia con 19 perquisizioni. Cinque le persone indagate ritenute responsabili a vario titolo di sfruttamento di lavoratori stranieri. Ma anche di lesioni personali colpose aggravate dalla violazione delle norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro e subappalto non autorizzato.
Circa sessanta militari delle fiamme gialle sono stati impegnati in 19 luoghi tra abitazioni, cantieri e sedi di imprese. Coinvolte le regioni di Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Campagna, Basilicata e Calabria.
L’operazione “Stella verde” parte da un infortunio sul lavoro di un operaio di origine magrebina avvenuto nel dicembre 2024.

L’indagine

L’uomo aveva subito la subamputazione di un dito della mano durante l’utilizzo del martello pneumatico. Aveva poi deciso di rivolgersi alla Guardia di finanza di Biella per denunciare inique condizioni di lavoro a cui lui e i suoi connazionali erano sottoposti per un cantiere relativo alla manutenzione della diga di Mongrando.

Le accuse

Le indagini hanno permesso di formulare a carico di cinque persone il reato di illecito subappalto. I lavori erano stati commissionati in assenza di autorizzazioni previste dalla legge. Contestato il reato di caporalato. Stando a quanto ricostruito diversi cittadini stranieri in stato di bisogno e con permesso di soggiorno sarebbero stati costretti a lavorare con turni prolungati ben oltre i limiti fissati dai contratti collettivi. Inoltre senza pause e giorni di riposo o ferie. E  per di più in condizioni igieniche precarie. E in mansioni pericolose senza la fornitura di idonee protezioni, a fronte di retribuzioni arbitrarie.

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