Attualità
Green pass Covid, quando arriva e come si ottiene il passaporto per viaggiare senza restrizioni
Green pass, quanto dura e quando vale
L’arrivo del green pass è imminente entro la seconda decade di giugno, sarà un green pass digitale”. Lo ha detto a Sky TG24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che torna sul tema del così detto passaporto verde tanto atteso per chi sa di non essere contagioso e dunque rivendica il diritto di potersi muovere in libertà, quanto meno in Italia, ma perché no, anche in Europa. Inoltre il Governo, nel decreto appena entrato in vigore, ha stabilito che la certificazione di avvenuta vaccinazione, di guarigione o un tampone con esito negativo effettuato nelle 48 ore precedenti l’evento, servirà per poter partecipare alle feste dopo matrimoni, battesimi, cresime e comunioni. Ma si sta lavorando per estendere l’utilizzo anche ad altri appuntamenti: i congressi, i convegni, le competizioni sportive e le discoteche. Ma andiamo per ordine. Innanzi tutto che cos’è un green pass?
E’ un’attestazione che certifica come la persona in questione sia in possesso degli anticorpi contro il coronavirus, dunque non può essere un pericolo per sé o per gli altri o, la certificazione di essere negativo al Covid. Proprio per questo ci sono dei casi specifici che possono accedere alla certificazione verde:
- Chi ha avuto il Covid e poi si è negativizzato
- Chi si è vaccinato contro il virus
- Chi ha fatto un tampone antigenico rapido o molecolare, il cui risultato sia inevitabilmente negativo.
Green pass, quanto dura e quando vale
Dunque, stando a quanto detto dal Sottosegretario Sileri, a brevissimo quelle persone potranno sicuramente spostarsi all’interno del Paese senza badare al colore delle Regioni. Non solo: il certificato verde, e anche questa è una novità, sarà rilasciato anche contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino e ha validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale. Vale sia per chi è stato vaccinato una volta, sia per chi ha già ottenuto la seconda dose. Dunque un vero passepartout per chiunque abbia ricevuto il siero, indipendentemente da quando riceverà ala seconda dose.
Ma quanto dura il pass vaccinale? E’ evidente che chi ha fatto il vaccino ha una immunizzazione che dura di più rispetto a chi ha fatto il tampone, anche perché quest’ultimo è ancora un potenziale soggetto in grado di contrarre il virus. E allora quanto dura il pass per le 3 categorie di cui sopra?
- Nel caso di certificato vaccinale la durata è di 9 mesi.
- Il certificato di avvenuta guarigione dal Covid dura 6 mesi dalla data di fine isolamento.
- Il referto del tampone negativo, molecolare o antigenico, vale solo 48 ore dal prelievo.
Green pass, come si può avere
La certificazione poi non sarà niente di particolare. Sono semplicemente le “ricevute” delle 3 pratiche di controllo e prevenzione del Covid. Se ci si vaccina, è l’attestazione dell’azienza sanitaria di avvenuta vaccinazione; se si è guariti dal Covid, basterà chiedere un certificato al proprio medico di famiglia e se si è fatto il tampone, bastala ricevuta del medico o del farmacista.
Green pass, come funziona all’estero
Tutto questo consentirà ampi margini di manovra per chi vorrà viaggiare, quanto meno in Italia. Chi vuole andare all’estero deve avere ancora un po’ di pazienza. Nel senso che si può anche usare il green pass per l’estero, ma quando verrà introdotto il Digital green certificate, bisognerà fare fede a quello. Fino ad allora, meglio informarsi sui paesi dove il certificato verde italiano sia accettato.
Alcuni esempi? In Spagna è necessario il risultato negativo di un test del tampone 72 ore prima della partenza, in Grecia serve anche il certificato vaccinale. Nel Regno Unito sono necessari 10 giorni di quarantena e due tamponi da prenotare e pagare prima del viaggio. Invece l’ingresso negli Usa è attualmente vietato agli italiani e a chi è stato in Italia nei 14 giorni precedenti. Ci sono due eccezioni: la prima riguarda i residenti permanenti negli Stati Uniti e i familiari dei cittadini americani. La seconda è aver viaggiato con un volo Covid-Free o Covid-tested. Si tratta di viaggi che collegano quattro scali italiani – Roma, Milano, Napoli e Venezia – con gli aeroporti di Stati Uniti, in Canada, Emirati Arabi e Giappone. Chi viaggia su queste tratte deve sottoporsi a un test molecolare o antigenico nelle 48 ore precedenti alla partenza e a un secondo tampone all’arrivo, ma non è obbligato a un periodo di isolamento fiduciario.
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