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Grande successo per il presepio meccanico delle Migrazioni

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Si chiama Mauro Zanella l’artista biellese autore del Presepio meccanico “delle Migrazioni” esposto a Pettinengo nell’antica chiesa di canton Gurgo, recentemente restaurata grazie alla cura del circolo sardo Su Nuraghe di Biella. L’allestimento, per la prima volta aperto al pubblico, si potrà ammirare fino al 12 gennaio 2020, tutti i giorni dalle 15 alle 18.

Stando al registro delle presenze collocato all’uscita della sagrestia della settecentesca chiesa di San Grato e Sant’Eusebio, sono ormai più di 600 (oltre 100 nella sola giornata di Santo Stefano) i visitatori che sono sfilati di fronte al curatissimo presepe inaugurato il 7 dicembre scorso. Un successo che desta stupore. Pari alla meraviglia di chiunque si sia soffermato a osservare i minuziosi particolari di cui è composto lo splendido diorama animato.

A cominciare dal mulino con “pista da riso”, realizzato nell’ormai lontano 2006, primo “pezzo” di un presepio che avrebbe continuato ogni anno a espandersi nel garage di Mauro Zanella, fino a occupare tutto lo spazio disponibile e a spingere l’artista ad accettare la nuova location proposta da Su Nuraghe.

Il meccanismo del mulino è costituito da una ruota lignea mossa dall’acqua di un torrentello, il quale fornisce l’energia cinetica sufficiente a far funzionare un sistema composto da un albero motore, una serie di cinghie di trasmissione e alcuni ingranaggi che attivano quattro “pestelli”. Si tratta di pistoni di legno che battono il riso su un blocco di granito, per pelarlo e separare la buccia dal chicco, in un’operazione che va sotto il nome di sbramatura.

Il ritmico battere dei pestelli scandisce, come una sorta di metronomo, il tempo della visita al presepio. Lo spettacolo della natività, il “Mirabile signum” della recente Lettera apostolica di Papa Francesco, ripercorre le quattro fasi del giorno, mattina, pomeriggio, sera e notte, con un gioco di luci in dissolvenza che ha richiesto l’impiego di oltre 200 punti luce alimentati da più di un chilometro e mezzo di cavi elettrici.

Michele Careddu

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