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Attualità

Grande diga, un progetto costosissimo e anacronistico

L’analisi di Vittorio Barazzotto

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Tanti soldi, poca sanità

Il tema della diga nel Biellese torna di attualità, a causa della siccità che sta infiammando la nostra estate. Gli interventi per garantire sistemi di accumulo delle acque e per minimizzare le perdite idriche nelle condotte sono oggi non solo prioritari, ma urgenti.

L’ampliamento della diga sul Sessera viene quindi riproposto come progetto centrale per assicurare scorte d’acqua per l’agricoltura e la popolazione biellese. L’opera però costa tantissimo, tant’è che i 300 milioni di euro necessari per avviare i lavori non si trovano al momento. Il progetto di una grande diga, inoltre, oltre a non incontrare il favore della popolazione per il suo impatto sull’ambiente, è considerato non più attuale.

Ormai si giudicano più strategiche soluzioni diversificate, basate su invasi più piccoli e più diffusi sui territori e interventi di ammodernamento delle reti idriche per eliminare le perdite nelle condotte. La costruzione di invasi più ridotti sarebbe meno impattante, più veloce e costerebbe molto meno, permettendo così di dedicare risorse finanziare alla già costosa manutenzione di quelle esistenti.

Nonostante le conoscenze ingegneristiche si evolvano, noi rimaniamo ancorati ad un progetto costosissimo e anacronistico, che la politica brandisce per dimostrare che la soluzione alla crisi idrica c’è e che se non si accetta la proposta la colpa è di chi all’opera è contrario, non considerando le alternative tecniche o le argomentazioni di opposizione. In questo scontro fittizio, basato su una soluzione irrealizzabile, ci cristallizziamo in un pericoloso immobilismo e non troviamo soluzione ad un problema attuale e urgente.

Vittorio Barazzotto

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