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Fondazione Maria Bonino, inaugurazione della mostra fotografica “La sua Africa”
Fondazione Maria Bonino, inaugurazione della mostra fotografica “La sua Africa”
Biella – Sabato 16 marzo 2024 alle ore 16, la Fondazione Maria Bonino invita la cittadinanza all’inaugurazione della mostra fotografica «La sua Africa». L’esposizione, organizzata con il patrocinio e il sostegno del Comune di Biella, sarà aperta al pubblico fino a domenica 14 aprile 2024 nelle sale del Museo del Territorio Biellese c/o Chiostro di San Sebastiano in via Quintino Sella 54b a Biella. La mostra seguirà seguenti orari: giovedì 10-14, venerdì 14-18, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18, con ingresso gratuito.
Inaugurazione della mostra fotografica “La sua Africa”
Giovedì 21 marzo 2024 alle ore 18, la Fondazione Maria Bonino invita la cittadinanza alla conferenza in cui il Dott. Marco Trovato, Direttore editoriale della rivista Africa e coordinatore delle iniziative culturali promosse dal magazine verrà intervistato da Marco Berchi, giornalista, collaboratore de La Stampa e consulente. E’ stato Direttore de Il Biellese e ha diretto il mensile Qui Touring e il Centro Studi del Touring Club Italiano.
Maria Bonino
Medico pediatra, si era laureata con il massimo dei voti nel 1978 e nell’agosto del 1980 era partita per una vacanza di lavoro in Kenya, che si rivela decisiva per la sua professione: doveva essere un mese di servizio missionario ma non fu solo un’esperienza. Una volta rientrata in Italia i suoi piani di vita e di studio cambiarono. In autunno iniziò a frequentare i corsi di preparazione per i volontari di Medici con l’Africa Cuamm a Padova, e a luglio dell’anno successivo partì per il Consolata Hospital di Ikonda, in Tanzania dove fu responsabile del reparto di pediatria, che comprende l’unità di riabilitazione per bambini malnutriti. E’ responsabile anche del servizio territoriale di cura delle mamme e dei bambini Mother and Child Care ed è proprio in questo periodo che nasce un rapporto preferenziale per i bambini malnutriti. Dal febbraio 1986 al luglio 1988 è responsabile del reparto di Pediatria con annessa l’Unità di bambini malnutriti presso il Centre Hospitalier Régional di Tenkodogo in Burkina Faso. E dal novembre 1992 all’ottobre 1994 presta servizio presso l’Ospedale Regionale di Iringa, in Tanzania, come responsabile del reparto di Pediatria. Nel 2001 svolge un servizio di cooperazione ad Arua, in Uganda, e nel 2002-2003 lavora come responsabile del reparto di Pediatria presso il St. Mary Hospital Lacor di Gulu, sempre in Uganda. A marzo 2003, parte per Uige, in Angola, dove lavora nel reparto di Pediatria dell’Ospedale provinciale della città.
Un allarme inascoltato
E’ nel mese di ottobre dell’anno successivo che Maria Bonino denuncia la comparsa di morti sospette per febbre emorragica ma non riceve risposta sugli accertamenti clinici che aveva fatto, e inviato, ai tecnici del Ministero della Sanità nella capitale Luanda. Quando nel febbraio del 2005 si verifica una recrudescenza di casi, tutti mortali, ne fu contagiata lei stessa. Il 20 marzo, dopo essere stata trasportata in aereo a Luanda, fu ricoverata in isolamento in una clinica della capitale. Morì alle 16.15 del 24 marzo 2005. «Maria non è morta per un errore o perché aveva sottovalutato la situazione» afferma Paolo Bonino, presidente della Fondazione Maria Bonino «e in questo sta la sua grandezza, nella lucida consapevolezza di dare la propria vita per gli altri. Da lei abbiamo imparato la condivisione che, portata alle estreme conseguenze, è condivisione della vita fino ad un eventuale consapevole sacrificio».
Maria Bonino ha lasciato un’eredità fatta di responsabilità e di impegno. La Fondazione, che porta il suo nome, è nata nel 2006 per proseguirne l’opera e sostiene da 19 anni progetti che hanno a cuore la salute dei bambini e delle mamme; la cura delle malattie dell’infanzia e soprattutto della malnutrizione; la tutela dei bambini con handicap; il sostegno allo studio di studenti meritevoli nelle scuole superiori; la formazione di personale sanitario e medico africano.
Gli scatti di Elvezio Pagani
Le fotografie esposte sono di Elvezio Pagani. Sono state scattate tra il 2006 e il 2011 nella regione di Iringa e Njombe, dove aveva vissuto e lavorato Maria Bonino. Classe 1939, Elvezio Pagani, è nato a Mendrisio, in Svizzera. Ha iniziato l’attività imprenditoriale giovanissimo, a soli 22 anni. Nella sua azienda elettromeccanica ha riparato motori elettrici e macchine elettriche. E’ in pensione dal 2001 dopo avere formato, in 40 anni di lavoro, 17 apprendisti. Il legame profondo con l’Africa è nato quando la figlia Manuela, terminati gli studi universitari, si è trasferita in Uganda per un soggiorno di volontariato a favore della comunità locale e lui l’ha raggiunta. «Ho voluto andare a trovarla insieme a un amico» spiega Pagani «ed è così che ho conosciuto la realtà africana fatta di grandi risorse ma anche di sfruttamento e di povertà». Nel 2006, insieme ad un sacerdote e ad alcuni amici, va per la prima volta in Tanzania, nella regione di Iringa e Njombe dove ha sede l’Ospedale di Ikonda. Qui visita l’ospedale in cui Maria Bonino aveva lavorato dal 1981 al 1983. Una volta rientrato dal viaggio, toccato profondamente dall’esperienza vissuta a Ikonda, fonda nel 2008, insieme ad alcuni amici, l’Associazione Kammea che in lingua swahili significa germoglio. Nei successivi 11 anni, insieme agli amici di Kammea, ha trascorso a Ikonda un mese all’anno mettendo a disposizione della popolazione, e dell’Ospedale, le proprie competenze elettromeccaniche nella realizzazione di numerosi progetti.
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