Attualità
Fine vita come accompagnare i nostri cari e gli animali
Fine vita come accompagnare i nostri cari e gli animali.
Un percorso difficile
Accompagnare empaticamente se stessi e i propri cari, anche gli animali, alla fine della vita. Un percorso per nulla facile, un’esperienza fondamentale dell’esistenza umana, che spesso siamo impreparati ad affrontare. Per questo è stato organizzata una conferenza tenuta da un’esperta, Daniela Muggia, tanatologa. Gli appuntamenti sono due: sabato 14 e 21 aprile alle 17,20 al polivalente Filippo Turati di Massazza.
Oltre al tema scottante dell’eutanasia e delle cure palliative per animali, e di dove trovare la capacità di ascoltarne la sofferenza e interpretarla quando il nostro amico non dispone della parola, verrà affrontato il tema di come trasmettergli pace, di come riconoscere le famose tappe delle “dissoluzioni” che preludono,secondo la medicina tibetana, alla morte tanto degli umani quanto degli
animali.
A volte, quando ci lasciano, in quella perdita risuonano altre perdite: come affrontare un dolore che gli altri sembrano non capire? E se ci portiamo appresso un senso di colpa per aver praticato in passato l’eutanasia su un amico animale, come possiamo scioglierlo?
Un seminario ricco di storie e di inoppugnabili fatti scientifici che spiegano come, in certe condizioni, la nostra mente e quella dei nostri compagni animali riescono a toccarsi…
Due incontri
Un incontro studiato per chi ha animali, rivolto a chi li ama, a chi lavora nei canili o nei gattili, a educatori cinofili, agli animal communicators, ai veterinari, a chi desidera iniziare un percorso per liberarsi dal senso di colpa per aver scelto l’eutanasia in passato e desidera conoscere la via dell’accompagnamento empatico indicata da Daniela Muggia, coautrice, insieme al veterinario Stefano Cattinelli, di Tenersi per Zampa fino alla fine.
Spesso passiamo la vita pensando che la morte sia qualcosa che accada ad altri, con il risultato di scoprirci impreparati quando ce la troviamo davanti.
Eppure la morte è parte integrante della vita, perché è ciò che permette la trasformazione. Anzi, in molte tradizioni antiche è considerata una straordinaria occasione perché la nostra coscienza sperimenti la propria dimensione non–locale, scoprendosi non legata al corpo e al cervello che muoiono.
“Parleremo dei più recenti studi sulle NDE, – spiega Muggia -ossia le esperienze di premorte, e impareremo le tecniche che pian piano ci consentiranno di sperimentare un livello di coscienza diverso da quello ordinario. L’incontro si rivolge a tutti, perché essendo nati per certo dovremo affrontare la nostra morte. E dovremo affrontare anche la morte dei nostri cari”.
La via dell’accompagnamento empatico indicata da Daniela Muggia ha vinto il Premio Terzani per l’umanizzazione della medicina nel 2008.
Daniela Maggia
Daniela Muggia, tanatologa, è docente nei corsi di Educazione Medica Continua presso diversi ospedali italiani, docente in diversi master legati alle Cure Palliative in varie università, tra cui il Master di II grado dell’Università Roma 3 in Pedagogia e Tanatologia.
Ѐ membro dell’équipe di accompagnamento diTonglen, di cui è presidente, ed ècoautrice di due libri: Giù le mani Da Pierino, dedicato all’accompagnamento empatico dei bambini con ADHD e scritto insieme alla psichiatra Emilia Costa, e Tenersi per zampa fino alla fine, dedicato all’accompagnamento empatico degli animali alla fine della vita, scritto insieme al veterinario Stefano Cattinelli.
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