Attualità
«Finalmente sono riuscita a vaccinarmi e sono felice»
L’odissea di una pensionata naufragata nella burocrazia
BIELLA – Ulisse ha affrontato mille peripezie per fare ritorno alla sua amata Itaca, lei per ottenere la sua dose di AstraZeneca. Ha vissuto una piccola Odissea la signora Luisella Chiorino, che probabilmente per una falla nel sistema delle prenotazioni è naufragata nel mare della burocrazia per diverse settimane. Poco male, non si è arresa e alla fine è riuscita a ottenere l’agognato vaccino.
«Finalmente mi sono vaccinata e sono felice» esordisce al telefono raccontando la propria kafkiana vicenda. Pensionata biellese di 77 anni, ha la voce sveglia e la battuta facile.
«Oggi (giovedì scorso, ndr) mi sono presentata al centro vaccinale e ho detto “stavolta da qui non mi muovo se non mi vaccinate”. Fortunatamente ho trovato il personale dell’ultima volta, che si è preso in carico il mio caso ed è riuscito a risolvere il problema».
Luisella, infatti, ormai da settimane tentava invano di ottenere la dose per la quale era già stata prenotata, purtroppo senza esito.
«Guardi, è dalla fine dello scorso anno che mi informo per poterlo fare il prima possibile, perché devo raggiungere mio figlio che vive negli Stati Uniti – spiega -. Per me Pfizer, Az, Moderna o Johnson era indifferente. Quindi, appena è stato possibile, mi sono iscritta sull’apposita piattaforma. Nel frattempo, aspettando che toccasse alla mia fascia d’età, ho provato a prenotare un appuntamento nel periodo in cui tutti rifiutavano AstraZeneca: ho telefonato per chiedere come fare a rendermi disponibile, qualora qualcuno lo avesse rifiutato, ma nel frattempo era stato sospeso».
La rincorsa di Luisella, la signora che voleva vaccinarsi ad ogni costo, fa sorridere: «Quando sono ripartiti con le somministrazioni di Az, hanno deciso di riservarlo agli over 80 e io con i miei 77 anni rimanevo fuori, quindi ho dovuto aspettare. Poi lo hanno allargato ai più “giovani”, contemplando la fascia d’età che andava dai 65 ai 75 anni ed io… continuavo a rimanere fuori».
Passano le settimane e finalmente arriva il momento della sua fascia d’età: «Il 15 marzo mi sono prenotata sul portale – ricorda la donna -, mi è stato dato un codice e mi hanno spiegato che successivamente mi avrebbero comunicato il giorno della convocazione».
Trascorrono i giorni e Luisella non riceve notizie. All’inizio non si preoccupa, sapendo che le persone da vaccinare sono tante: «A un certo punto però – continua – ho realizzato che tutti i miei conoscenti coetanei erano stati vaccinati, idem la mia amica che si era prenotata insieme a me. Io non ricevevo comunicazioni… Così sono andata a chiedere all’Asl, che mi ha indirizzata dal mio medico di base e qui è arrivata la sorpresa: “Risulta che lei ha rifiutato il vaccino”. Ma com’era possibile se non ero mai nemmeno stata convocata? Eppure dal sistema risultava che fossi stata chiamata a inizio aprile. La cosa assurda è che proprio quel giorno mi trovavo al centro vaccinale per accompagnare un’amica».
Il primo pensiero è che ci sia stato qualche problema con il telefono… «Assolutamente no, me lo portavo pure in bagno. Secondo me qualcosa deve essere andato storto nel sistema informatico».
In ogni caso, Luisella non si abbatte e ripete la trafila: nuova prenotazione e nuovo codice.
«Però di nuovo passavano i giorni e io non sapevo nulla – prosegue Luisella – quindi sono tornata all’Asl per chiedere più o meno quando sarei stata chiamata, anche per poter finalmente organizzare la partenza per gli Stati Uniti».
A stretto giro le viene comunicato che è stata inserita nell’elenco di persone da vaccinare al centro anziani di via Delleani. Sembra ormai fatta. E invece no: «Non avendo più notizie, lunedì sono tornata per l’ennesima volta all’Asl e ho scoperto che nel frattempo quello di via Delleani era stato chiuso. Poi un’infermiera ha guardato la mia pratica e mi ha rassicurata: la chiameranno a breve, è questione di pochi giorni. Martedì la nuova doccia fredda: il mio medico di base mi dice che risultavo prenotata per la mattina precedente alla Vialarda. Ma nessuno mi aveva detto nulla».
Il giorno seguente la signora telefona dunque alla clinica per spiegare la situazione. Essendo prenotata per il giorno prima ovviamente era stata segnata come assente: «Mi hanno detto che sarei stata rimessa in coda, quindi ho chiesto di poter fare almeno la “panchinara”, sottolineando che mi sarei presentata a qualunque ora di qualsiasi giorno se qualcun altro avesse rinunciato. Mi hanno risposto che serviva l’autorizzazione del medico e che mi avrebbero richiamato nel pomeriggio, ma non è arrivata alcuna telefonata».
Per Luisella a quel punto la misura è colma.
«Stamattina presto (giovedì scorso) mi sono presentata all’Asl e ho spiegato che non me ne sarei andata senza vaccino o prenotazione – dice con un tono a metà tra il combattivo e l’autoironico -. Fortunatamente di turno c’erano delle persone con cui avevo già avuto a che fare l’ultima volta. Quindi una signorina si è presa a cuore il mio caso, si è fatta sostituire e ha iniziato a girare da un ufficio all’altro con il mio plico per capire. Alla fine è tornata dicendomi che era tutto risolto: se mi stava bene, potevo andare a farmi vaccinare al centro della Biver immediatamente, perché risultava che poco prima una signora avesse rinunciato».
E finalmente ce l’ha fatta: «Erano velocissimi e organizzati, poco dopo le 10 sono stata vaccinata. Appena tornata a casa ho chiamato tutti i vicini per festeggiare: “Ce l’ho fatta!” Ora potrò finalmente partire».
m.f.
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