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Federcaccia Biella sfiducia i propri rappresentanti
Federcaccia Biella sfiducia i propri rappresentanti
Il Consiglio provinciale di Federcaccia di Biella ha deliberato la sostituzione dei propri rappresentanti all’interno del Consiglio dell’ ATC-CA1 BI1. Commenta il Presidente provinciale di Federcaccia Guido Dellarovere (nella foto): “E’ una decisione che non deriva certo da risentimenti personali nei confronti delle persone che togliamo, a cui va il nostro ringraziamento. A sei mesi dall’insediamento del Consiglio provinciale di Federcaccia, tuttavia, e dopo diverse sollecitazioni, gli attuali rappresentanti non hanno mai recepito le indicazioni volute dal Consiglio provinciale”. Ciò che è mancato, sottolinea Dellarovere, è stata la discussione preventiva in federazione delle grandi tematiche poi discusse in ATC-CA1 BI1.
“Chi siede in quel Consiglio, al netto delle rispettive sensibilità, è rappresentante di un’associazione. E’
quindi doveroso e d’obbligo, da parte loro, attenersi alle indicazioni”. Le mancanze riscontrate non afferiscono all’ordinaria amministrazione, ma alle discussioni sui regolamenti della caccia. Il caso più eclatante ha riguardato il regolamento per la caccia al cinghiale. Spiega Dellarovere: “Il voto dei rappresentanti è stato in quella circostanza personale e non concordato col Consiglio provinciale. Il consiglio infatti li aveva richiamati e chiesto di fare una retromarcia netta, Ma purtroppo i fatti sono andati in maniera diversa: irappresentanti hanno continuato con la loro politica, millantando scuse. Federcaccia è consapevole che il suo pensiero su certi argomenti non sia allineato, ma deve dare risposte chiare ai propri federcacciatori di Biella e quindi preferisce essere minoranza su certi argomenti, ma portare avanti una linea chiara e a schiena dritta, come stabilito nelle linee programmatiche. Siamo l’associazione più grande del Biellese e proprio per questi pasticci, avvenuti col regolamento del cinghiale, abbiamo perso inscritti perché alcuni federcacciatori sono usciti per andare altrove. Noi siamo sempre stati dell’idea di mantenere lo stesso
numero di zone, come era previsto al 31 marzo 2019. Il Consiglio provinciale pretendeva che i propri
rappresentanti votassero per mantenere la volontà sopra detta”.
L’associazione non si è più sentita rappresentata dai propri referenti ed ha così deciso di nominare delle
persone, al proprio posto, che siano allineate con le indicazioni del Consiglio. Conclude Dellarovere: “Non
siamo un’associazione benefica, siamo un sindacato di cacciatori e chiunque ci rappresenti deve
rappresentare la volontà dei federcacciatori che sono democraticamente rappresentati dentro il Consiglio
provinciale”.
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