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“Fateci fermare, per due settimane non crolla il mondo”

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“Fateci fermare, per due settimane non crolla il mondo”«“Restate a casa”, vale per tutti, ma non per noi: noi dobbiamo continuare a fare consegne. La situazione è drammatica».
Nelle città e nei paesi silenziosi e immobili, c’è ancora qualcuno che – suo malgrado – è costretto a muoversi tutto il giorno da una parte all’altra. Sono i corrieri. Parlando con alcuni di loro sono emersi disagio, paura e preoccupazione, nonostante le precauzioni per evitare rischi (dall’eliminazione della firma alla consegna dei pacchi senza contatti).
«Ci hanno dato le mascherine – spiega un lavoratore biellese -, ma non bastano. Una a testa serve a poco se la usi tutti i giorni e tutto il giorno. Nei magazzini, poi, è impossibile mantenere le distanze previste. Oltretutto molte ditte continuano a spedirci materiale, ma essendo quasi tutto chiuso non non abbiamo nemmeno la possibilità di consegnarlo. Si lavora male».
Molti chiedono a gran voce di chiudere, come già fatto da numerose aziende: «Non possiamo trasportare né cibo, né farmaci – spiega un altro collega -, nulla che sia deperibile, dunque le nostre merci non sono beni di prima necessità. Il nostro non è un servizio essenziale, né tantomeno pubblico».
Alcuni clienti, poi, non rendono le cose più semplici: «La gente vuole la pappa pronta – continua il corriere biellese -, bisogna portargliela in casa perché non si muove. Ogni volta c’è una scusa buona per cui le persone non possono scendere a prendere il pacco. Noi non sappiamo con chi abbiamo a che fare, non sappiamo se stanno bene o hanno problemi… e facciamo tra le 80 e le 100 consegne al giorno mediamente. E’ un rischio per noi, ma anche per la collettività: se qualcuno contrae il virus lo porta rapidamente in giro».
In questi giorni tante aziende che spediscono le proprie merci su internet hanno deciso di chiudere, proprio per tutelare i corrieri, ma per adesso la maggioranza delle ditte che effettuano consegne è comunque ancora operativa.
«Stiamo addirittura lavorando più del solito – racconta rammaricato un altro corriere -. Essendo a casa e avendo più tempo a disposizione, i privati stanno ordinando di più, forse perché si annoiano. Se già prima nessuno aveva voglia di scendere a prendersi il pacco, adesso in certi casi è ancora peggio».
Sul fronte “interno” il quadro non sembra migliore: «Sappiamo di colleghi che sono rimasti a casa e hanno addirittura subito ripicche e minacce da parte della loro azienda. Altri lamentano la carenza di igienizzanti sul posto di lavoro».
«E’ assurdo – conclude -, potremmo tranquillamente fermarci per dieci o quindici giorni, almeno per le consegne non essenziali… non crollerebbe il mondo. Non ha senso rischiare la nostra salute e quella degli altri per portare a casa una maglietta di Zara… La maglietta si potrà ordinare anche tra due settimane».

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