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E’ la mancanza di idee (non di soldi) a spegnere il natale di Biella

Il commento di Filippo Regis

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BIELLA – La notizia è una di quelle paradossali: Biella sarà (forse) l’unica città d’Italia a non avere le luminarie. I commercianti di una via Italia sempre più triste e desertificata non potranno, quindi, nemmeno godere del beneficio apportato dal baluardo di normalità rappresentato da una minima, sindacale, atmosfera natalizia.

Sembra impossibile riuscire a spiegare a chi non ha l’età per averla vista l’immagine della principale via del centro prima che venisse Intossicata da un mix letale che perdura da anni fatto di masochismo economico dei proprietari degli immobili illusi, probabilmente, di essere ancora ai tempi delle “vasche” anni ’80 tanto da portarli a chiedere canoni che manco Corso Buenos Aires unita alla patologica miopia degli amministratori che hanno consentito la costruzione di 2 (e dico Due!) centri commerciali di cui uno in pieno centro scambiando l’intera economia di un quartiere con pochi spiccioli e qualche mattone.

Far credere, però, che questo sia l’epilogo di una ponderata scelta di “Auto-Austerity” in vista del vertiginoso rincaro energetico o, peggio ancora, “green” è un insulto all’intelligenza di chi legge.
A mancare, infatti, non sono le risorse economiche ma le i dee, la progettualità e la competenza; elementi essenziali che compongono quella “visione” di cui tutti si riempiono la bocca ma della quale nessuno sembra conoscere il reale significato.

Chi pensa che la mia sia una critica a questa Amministrazione rimarrà deluso nel sapere che le medesime considerazioni le avevo presentate anche alla precedente della quale ho fatto parte rimanendo, purtroppo e ugualmente, inascoltato.

Il problema è che ci si sveglia sempre all’ultimo finendo con il trovare, sul mercato, sedicenti fornitori che ci rifilano sistematicamente gli “avanzi” di Città anche molto più piccole della nostra che hanno saputo, però, realizzare le proprie iniziative nelle corrette tempistiche.
Ogni anno vengono spesi per il noleggio di luminarie talmente brutte che non vorrebbe nemmeno la Sagra del fagiolo borlotto di Gambolò la medesima cifra che servirebbe a comprarne di maggiormente performanti.
Se avessimo solo la capacità di capire che il mondo non finisce a Ponderano sapendo creare un reale progetto che non abbia, possibilmente, la scadenza di uno yogurt e senza investire un euro di più di quello che viene buttato via annualmente in discutibili e vecchie installazioni, potremmo implementare progressivamente le vie coperte dalle luminarie restituendo l’immagine di una Biella come la ricorda la mia memoria di bambino e che non si fermava alla sola Via Italia.

Ho sempre pensato che il modo migliore di avere un successo di pubblico sia fare in modo di rendere il pubblico stesso parte attiva di un evento o di un’iniziativa.
E allora perché non pensare di far realizzare dalle infinite aziende italiane che lavorano i LED un filo che ogni famiglia possa acquistare a un prezzo simbolico e il cui ricavato vada in beneficenza a qualche associazione biellese; posizionarlo sul proprio balcone avrebbe il biunivoco significato di aver partecipato attivamente alla creazione dell’atmosfera natalizia e al sostentamento di chi sul territorio si occupa a vario titolo degli altri.
Potremmo, sulla stessa lunghezza d’onda, lanciare un Contest fra le scuole della Città perché disegnino il soggetto che diventerà il simbolo delle luminarie cittadine facendolo votare on line dai biellesi stessi, far realizzare la struttura portante da qualche azienda (ovviamente nostrana) e farlo assemblare da chiunque voglia dedicare una piccola parte del proprio tempo a far rivivere la propria Città.

Se c’è una cosa che il mio meraviglioso mestiere mi ha insegnato è che tutto è possibile: basta volerlo.

Ed è per questo che nonostante i tempi non consentano di trovare un fornitore che possa allestire luminarie il cui risultato si assesti almeno fra il decente e il dignitoso, mi sento di riproporre all’Assessore Greggio la medesima idea che le proposi negli ultimi due anni.

I protagonisti indiscussi del Natale sono i bambini.
Diamo nelle scuole e ad ognuno di loro un disco di plexiglass lasciando che liberino la loro fantasia nel decorarlo.
Chiediamo ad un artista sensibile come Paolo Barichello di realizzare la struttura in grado di contenere tutti i dischi che andranno a comporre un gigantesco albero tecnico di 10 metri da posizionare in Piazza Duomo e che possa rappresentare, nel Natale più buio della Città, l’inizio di un progetto lungimirante e ad ampio respiro.

Da parte mia sono disposto fin da subito come NightLife Project, nel caso non trovassimo nessuno (pazzo come noi) a credere nella poesia di questa cosa, ad assorbire tutti i costi di installazione e di energia per illuminare internamente l’albero purché vi sia la reale volontà di realizzarlo perché chi mi conosce sa che amo profondamente questa Città nonostante quella parte dei suoi abitanti che la vorrebbero vecchia, noiosa, dormiente e immobile.

Filippo Regis

 

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1 Commento

1 Commento

  1. Giuseppe DI MAURO

    6 Ottobre 2022 at 18:53

    È veramente vergognoso quello che questa amministrazione sta decidendo di fare. Dopo due anni e mezzo di chiusura totale, forse questa è la città di cui ne ha più bisogno, e parlo di un po’ di calore, che potrebbero conferire le luminarie. Sappiamo bene tutti che non godiamo di tanta allegria e spegnere anche questa atmosfera, potrebbe essere l’ennesimo fallimento di una amministrazione che sottovaluta totalmente la situazione di solitudine in cui versano alcune persone.
    “Accendiamo una luce per non spegnere la vita”. Questo dovrebbe essere lo slogan per una protesta super motivata.

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