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Due biellesi alla traversata dello Stretto

Sono Pier Nicola Assiso e l’amico Damiano Ceretti

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due biellesi alla traversata dello stretto

Due biellesi alla traversata dello Stretto. Una grande passione per il nuoto. Nuotare non è più solo un’occasione di evasione, ma una grande parte del suo stile di vita e della sua identità.

Pier Nicola Assiso (nella foto) che proprio oggi compie 50 anni. Nei giorni scorsi, dopo ore e ore di duro allenamento, ha superato una grande prova: ha attraversato lo stretto di Messina.

«Mi sono avvicinato al nuoto fin da bambino, ma non con l’intento di fare gare, bensì per benessere fisico. In seguito mi sono dato alle corse podistiche e sette anni fa, a causa di alcuni problemi fisici, mi è stato consigliato di riprendere a nuotare».

Due biellesi alla traversata dello Stretto

Da quel momento si è risvegliato questo vecchio amore, si può dire?

Certamente. Dopo tanti anni ho ripreso con costanza, mi reco in piscina quasi tutti i giorni con l’intento di migliorare sempre più aumentando le vasche. Ora sto raccogliendo i primi frutti, ho fatto le traversate del lago d’Orta e di Viverone come allenamento in vista di quella dello Stretto di Messina.

Com’è nata l’idea di fare l’attraversata dello Stretto?

La proposta mi è stata fatta dall’amico Damiano Ceretti, con il quale condividiamo tutte le ore in piscina. La traversata del lago di Viverone misura 3 chilometri e 700 metri, la stessa lunghezza di quella dello Stretto, quindi abbiamo deciso di provarci.

Dai laghi al mare, avete notato molta differenza?

La differenza sta nelle forti correnti che l’acqua del mare presenta, soprattutto in Sicilia. Sono scaturite dallo scontro delle acque del Tirreno e dello Ionio, quindi si creano dei vortici, le correnti allungano a dismisura il percorso. Un’altra problematica sono le meduse. Se devo essere sincero mi sono spaventato un po’. Poi, tra una bracciata e l’altra pensavo che il contatto non è pericoloso, al limite si sente un po’ di bruciore, ho allontanato dalla mente la paura e sono andato avanti.

Lungo il percorso eravate affiancati da un’assistenza?

Certo. Vorrei puntualizzare che abbiamo partecipato a una attraversata organizzata da un associazione molto preparata e professionale. Ogni nuotatore, eravamo in tutto una decina, aveva accanto un barchino pronto a intervenire per qualsiasi necessità.

Prima di partire sia lei che il suo amico vi eravate posti un obiettivo?

Quello di mettersi in gioco, arrivare in fondo senza pensare alla classifica o ai tempi. Insomma, una sfida con noi stessi. Alla fine ci abbiamo impiegato 1 ora e 52 io, mentre Damiano è arrivato 2 minuti dopo a causa di un piccolo crampo. Avremmo potuto fare di meglio, ma come ho già spiegato, la forte corrente ci ha messo del suo.

E’ stata più emozionante la partenza oppure l’arrivo?

La partenza da Cariddi è stato un momento di scarico e di tantissima emozione, l’arrivo a Scilla una scarica adrenalinica che ha congelato nelle nostre menti un ricordo indelebile.

La considerate entrambi un’esperienza da ripetere?

Lo sport è un po’ una droga, quando si raggiunge un obiettivo si cerca di migliorarlo. Non escludo che l’anno prossimo si possa tornare in Sicilia. Tra le altre cose c’è una novità: nel 2025 la traversata dello Stretto sarà diversa e i partecipanti dovranno affrontare andata e ritorno. Sarà un po’ come attraversare lo stretto di Gibilterra se pensiamo alla lunghezza.

Vuole spendere due parole sull’operato degli organizzatori?

Sono stati il top. Ci hanno curato nelle varie problematiche, dal posto in cui alloggiare a dove andare a cenare, insomma ci sono stati davvero molto vicini.

A chi dedica questa sua esperienza?

A me stesso. Sono al giro di boa per tante cose della mia vita e questa è stata senza dubbio una delle più belle da ricordare in futuro. Ci terrei a ringraziare il mio compagno di viaggio e di mare Damiano per l’imput a cimentarci in questa piccola impresa.
LEGGI ANCHE: Attraversa a nuoto lo stretto di Messina per solidarietà

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