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Discorso di don Berchi durante l’Incoronazione della Madonna

Il sanuario ha festeggiato l’anniversario con la Celebrazione Eucaristica.

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Discorso di don Berchi durante l’Incoronazione della Madonna

Discorso di don Berchi durante l’Incoronazione della Madonna

 

Spettabili autorità della città di Biella, Civili e militari,

Innanzi tutto voglio cominciare questo saluto rivolgendomi al Signor Sindaco: è la prima solenne celebrazione ad Oropa a cui lei partecipa nella veste di Primo cittadino di Biella, ma desidero anche ringraziarla per aver voluto, questa mattina, accogliere l’istanza di rinnovare la forma espressiva di una tradizione che però rimane ben ferma e chiara nella sua sostanza, quella per cui questo Santuario è amministrato pariteticamente da una componente laica e una religiosa. Non mi stancherò mai di ripetere che questa peculiarità, anche se a volte complica le procedure amministrative, fa sì che ad Oropa coesistano e si intreccino inscindibilmente due anime che fanno di questo Santuario un luogo di spiritualità laicale e di culto come ne recita la curiosa definizione giuridica che si tramanda da secoli.

Desidero poi ringraziare di cuore e sinceramente l’Amministrazione uscente che terminerà il suo mandato alla fine di quest’anno, in modo particolare i due amministratori delegati, il dott. Macchetto e il Canonico Vaudano.

Siete passati alla storia! E ve lo siete meritati, sia perché avete ricevuto e portato egregiamente il testimone della quinta secolare Incoronazione, ma, se questo non bastasse, anche perché per metà del vostro mandato avete dovuto, ma, perdonatemi, ho più caro dire “abbiamo dovuto” (per il modo con cui mi avete permesso di lavorare come in un’unica squadra) abbiamo dovuto, dicevo, affrontare l’intero periodo della pandemia. Una e l’altra, per motivi evidentemente diversi, ma le due cose insieme, sono state una vera sfida che avete (abbiamo) sostenuto con successo e di questo tutti dobbiamo esservene grati.

Questo ringraziamento significa anche però l’augurio che la collaborazione prosegua per le prossime sfide.

Permettetemi ancora una breve riflessione che nasce da quanto abbiamo vissuto in uno dei giorni più importanti della vita di Oropa di quest’anno: la solennità dell’Assunta. Quest’anno, ancor più degli altri anni, la gente è salita al Santuario e lo ha invaso pacificamente mettendone in risalto tutte le sue potenzialità: le chiese e le celebrazioni erano straripanti di persone (la solenne fiaccolata serale ne è stata l’esplicito coronamento con più di 500 fedeli), e così erano pieni i prati, le aiuole, i boschetti nei dintorni, (i parcheggi!) per non parlare dei ristoranti. Guardando questa gente non ho potuto non farmi la domanda: ma cosa gli attira qui?

Anche perché chi viene sa che non troverà mistica solitudine…

Porsi questa domanda (che cosa li attira, ci attira qui?) non è una questione di fede, ma di lealtà con i fatti, anche perché questo non accade solo il 15 di agosto, ma è la normalità di Oropa, di ogni fine settimana e quando non accade, lo viviamo come un’eccezione.

Le spiegazioni sono tante (il caldo della pianura, il turismo chilometro zero, la natura, i ricordi di infanzia,…) tutto vero, ma per ognuna di queste spiegazioni ci sarebbero tante altre soluzioni (non è l’unico luogo fresco, ci sono montagne più belle, ecc), è innegabile che tutte le motivazioni che vogliamo elencare, benché valide, non sono sufficienti a spiegare il fatto. C’è qualcosa che tracima queste spiegazioni, che va oltre.

C’è chi, per voler marcare una certa distanza dalla fede, usa la parola “magia”, o “incanto”, “energia”; non importa il nome, importa il fatto che per capire  quello che Oropa dimostra essere ogni santa domenica, si debba aggiungere un “di più” di spiegazione.

Per canto suo, Oropa non ha dubbi sul nome di quel mistero che la caratterizza, si chiama Maria, si chiama Regina del Monte di Oropa, ma questa realtà non si impone, si propone alla storia, alla sensibilità e alla libertà di ciascuno.

Ecco perché Oropa è religiosa e nel contempo laica, perché quel Mistero che la definisce da secoli, da sempre, la fede e la venerazione della Madonna (la sua religiosità insomma) pur essendo netta e chiara, non si impone, ma si propone con rispetto e stima al cammino della libertà di chi vi giunge; ed è per questo che è profondamente laica.

Scusatemi questo approfondimento in questa giornata di festa, ma ci tenevo in questo saluto, a ridire le ragioni per cui Oropa, pur essendo autonoma appartiene a tutti. Ed è in nome di questo che non mi stanco, come ogni anno di rinnovare la richiesta e l’offerta di una collaborazione che ci faccia insieme protagonisti di questa storia secolare.

Grazie

Don Michele Berchi, rettore del Santuario di Oropa

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