Attualità
Dall’ombra di uno scandalo a una lezione di vita
Pausa Caffè: l’intera comunità si è stretta intorno al proprio parroco confortandolo
BIELLA – Avrebbe potuto trasformarsi in uno scandalo la vicenda dei due giovani extracomunitari alloggiati nella casa parrocchiale del Villaggio La Marmora sorpresi a spacciare droga e per questo arrestati con un loro complice residente a Vallemosso. Ed invece, si è trasformata in una lezione di vita che ha trovato l’intera comunità stretta intorno al proprio parroco, don Ezio Saviolo.
Un sacerdote che ai più fragili, agli ultimi, ai meno fortunati, ha dedicato la sua intera esistenza, approdando alla difficile parrocchia del Villaggio La Marmora, dopo un lungo periodo di vita missionaria che lo ha visto confrontarsi ogni giorno, per lunghi anni, con la sofferenza più vera. Don Saviolo al Villaggio La Marmora ha raccolto un’eredità difficile, quella lasciatagli da don Piero Gibello, lo storico parroco di quel quartiere solcato da profondi affanni, soprattutto allorquando si andò costituendo la nuova comunità di quel giovane rione, sin da subito abitato da numerose famiglie di migranti provenienti dal Sud Italia.
Ci vollero anni per creare un equilibrio, un senso di solidarietà, uno spirito di appartenenza e di integrazione tra genti venute da lontano e i biellesi che andarono a popolare quelle vie a sud del capoluogo. Don Gibello non si risparmiò mai ed anche negli anni più difficili non si perse d’animo. Seppe trovare sempre parole ed azioni che potessero in qualche modo recare conforto, comprensione e speranza e non trascurò neppure quei pochi soggetti che scelsero, nonostante tutto, di vivere ai margini di quella comunità.
I tempi sono cambiati ed oggi quello spirito di accoglienza, altrettanto presente in don Saviolo, è rivolto a persone giunte da terre ancor più lontane, terre straniere secondo le ripartizioni geografiche del mondo, ma semplicemente terre di uomini uguali agli altri uomini, per chi reca la Parola di Dio. Immagino la sofferenza di questo sacerdote nelle ore successive ai fatti, la tristezza e l’amarezza nel sentirsi tradito. Ma domenica mattina è stata propria la sua comunità a confortarlo ed a confermargli che la Chiesa ha nella protezione di Dio il proprio scudo che le consente di reagire alle ingiurie, alle offese, alle mancanze ed agli errori, per far si che il giorno dopo, possa riprendere il cammino.
Giorgio Pezzana
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