Attualità
Dal mare pugliese ai monti biellesi
«Ci trasferiamo, è una scelta di vita»: la storia di Lorenzo Romanazzi e della compagna Katia
BIELLA – Vive a pochi chilometri da uno dei più bei mari della penisola e gestisce “Felix”, una delle più rinomate birrerie della zona. Ma presto lascerà tutto per trasferirsi a Biella.
Non capita tutti i giorni di sentire una storia come quella di Lorenzo Romanazzi e della compagna Katia, originari di Castellana Grotte, località turistica in provincia di Bari, a pochi chilometri da altre perle come Polignano a Mare, Alberobello e Monopoli.
Dal mare pugliese ai monti biellese: la loro storia
A novembre hanno acquistato una casa tra Cossila e Favaro e presto verranno a vivere a Biella. Ora stanno già mandando qualche curriculum e cercando lavoro, in vista del loro trasferimento che avverrà entro la primavera. Noi biellesi non siamo particolarmente abituati ad essere “scelti”. Vale quindi la pena di capire, chiacchierando direttamente con Lorenzo, 38 anni, cosa li abbia spinti a desiderare di trascorrere la loro vita all’ombra del Mucrone.
A Castellana lei gestisce una fiorente attività imprenditoriale e vive in un luogo stupendo, eppure ha deciso di trasferirsi qui. La domanda sorge spontanea: perché?
La risposta è semplice: la mia compagna e io viviamo sulla riva del mare, ma… amiamo la montagna. Andiamo spesso a fare trekking sul Pollino e in Abruzzo, ma ogni volta significa fare viaggi di tre o quattro ore. Quindi qualche anno fa abbiamo maturato l’idea di trasferirci vicino alle montagne. All’inizio pensavamo alla Valtellina, dato che una cugina di Katia vive già a Sondrio e la zona ci piace molto. Ci siamo stati più volte e abbiamo visionato diverse case, ma non ne abbiamo mai trovata una che ci convincesse e dunque alla fine non se n’è fatto nulla.
Quando e come Biella è comparsa tra le vostre “alternative”?
E’ successo per caso, non conoscevamo questo territorio. A suggerircelo è stata una ragazza che lavora da noi ed è originaria di Valle Mosso. Vedeva che non trovavamo nulla in Valtellina e un giorno ci ha detto: «Perché non provate a cercare nella mia zona? E’ molto bella e costa meno; provate a dare un’occhiata. Così abbiamo organizzato il primo viaggio nel Biellese, che ci è subito piaciuto molto: era proprio quello che cercavamo. Poco tempo dopo siamo tornati una seconda volta e abbiamo trovato la casa; anche in questo caso è stato un “colpo di fulmine”. Abbiamo firmato l’atto di compravendita a fine novembre.
Come mai non vi siete ancora trasferiti?
Devo prima sistemare tutta la situazione legata alla paninoteca-birreria. A occuparsi del locale sarà mio fratello, ma devo ancora insegnargli diverse cose a livello gestionale e ci sono svariate pratiche burocratiche e organizzative da sbrigare, come sempre quando si trasferisce un’attività. In ogni caso, al più tardi entro maggio saremo a Biella. Ora non rimane che trovare un lavoro. Ci stiamo già muovendo da un po’ di tempo e speriamo che a breve si sblocchi qualcosa. Anzi, approfitto del giornale per lanciare la candidatura mia e di Katia, qualora ci fosse qualcuno che cerca personale può contattarmi all’indirizzo e-mail romanazzilorenzo@gmail.com.
Cercate in qualche settore specifico?
Abbiamo sempre lavorato nell’ambito della ristorazione, ma non abbiamo alcun problema a provare esperienze nuove. Anzi, ci piacerebbe. In queste settimane ho già preso contatti con diversi birrifici e locali della zona. Le birre sono sempre state il mio mondo. Dopo una vita trascorsa a lavorare tutti i giorni di sera, preferirei farlo di giorno o magari su turni alternati. Dopodiché si farà di necessità virtù. Anche Katia ha già sostenuto un colloquio a fine anno, si deve riaggiornare con i titolari.
Gestendo uno dei locali più frequentati della sua zona, avrà anche accumulato parecchia esperienza. Lavora da tanti anni nella birreria paninoteca?
Praticamente da sempre. La mia famiglia l’ha aperta quando siamo tornati in Puglia, io avevo nove anni. Sono nato a Milano, dove mio padre lavorava per la Pernigotti. Poi abbiamo vissuto alcuni anni in Friuli, finché i miei genitori hanno deciso di rientrare nel loro paese natale e avviare lì un’attività. Papà pensava a un locale con panini e hamburger fatti sul momento, sulla scia di quelli milanesi che aveva frequentato da giovane. C’è voluto un po’ per ingranare, perché qui era una novità, ma poi il locale è decollato. Oggi è un punto di riferimento anche per tante persone che vengono apposta da fuori. Io ho iniziato a lavorarci a tempo pieno dopo aver finito il ginnasio. Gradualmente ho iniziato a gestire la cassa, la spillatura delle birre e il servizio ai tavoli. Poi, quindici anni fa, ho preso in mano io le piastre e quindi i panini. Quando mio papà ha deciso di smettere, nel 2012, ho proseguito l’attività, perché mi piaceva molto.
Tornando a Biella, c’è qualcosa in particolare che vi piace e che vi ha colpito?
Innanzitutto il fatto di vivere a dieci minuti da Oropa e di essere vicinissimi a tanti punti di partenza delle escursioni. Però ci siamo innamorati in generale della zona, anche Biella città ci piace, è bella e tranquilla. Infine non vediamo l’ora di andare in Burcina, finora l’abbiamo vista soltanto in fotografia e sembra stupenda.
Per quanto riguarda la gente, com’è stato il primo impatto? Di solito si dice che siamo parecchio chiusi…
Lo so, me l’ha già detto più di una persona e onestamente… non capisco perché. Noi, al contrario, siamo rimasti colpiti dalla grandissima gentilezza e dall’estrema cortesia dimostrate da chiunque abbiamo incontrato. Ho la sensazione che non siate molto bravi a promuovervi: non so perché vi descriviate sempre così negativamente… A proposito di cose belle e positive, posso fare un’ultima battuta?
Prego, ci mancherebbe.
So di andare controcorrente, perché da quando abbiamo deciso di trasferirci qui seguiamo le varie testate on line e quindi siamo consapevoli del fatto che ultimamente si stanno verificando parecchi incidenti e investimenti. Però, ecco, me lo faccia dire: finalmente un posto in cui le strisce pedonali vengono usate come strisce pedonali e gli automobilisti si fermano per far attraversare i pedoni. Sembra una banalità, ma mi creda: non lo è, davvero.
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Doriana
19 Febbraio 2024 at 8:59
da un posto aperto socialmente dove a livello ottico ed energetico il mare è tanta roba, voi venite a biella? dove tra l altro è in piena disoccupazione e dove tanti chiudono negozi e locali perché non ci stanno più dentro con le spese. è proprio vero che chi ha il pane non ha i denti…ecc ! mi spiace dirlo per voi ma la vostra scelta è un flop..
ernesto trismegisto
20 Febbraio 2024 at 10:53
E se fosse una trovata pubblicitaria ?
Le persone in questione potrebbero essere tutte d’accordo o addirittura nemmeno esistere…
Sonia ganz
19 Febbraio 2024 at 12:34
dal 1970 che venivano su al nord in massa tutti raccontavano favole,qui noi dicevamo : ma come, avete posti belli, caldi che non avete bisogno di accendere e strapagare x ben 8 mesi l’anno bollette inventate,luce tanti sono attaccati ai pali pubblici, zero regole, burocrazia,in ogni famiglia 1 o 2 sceicchi statali, la’ vivete con poco, e poi dopo, quando li abbiamo avuti qui, abbiamo capito il perche’,pero’ x colpa del governo nob abbiamo potuto mandarli via.. io ho confidenza purtroppo con alcuni di loro, e mi dissero che dovettero scappare, o perche’ volevano la sua fidanzata, o xche’ avevano messo incinta ragazze, o xche’ avevano fatto sgarri agli amici, o xche’ in soggiorno obbligato, o xche’ le famiglie non li volevano, o xche’ si erano fatti molti nemici, o xche’ erano amici e venivano a spolpare il nord, la verita’ la sanno solo loro, qui io non ci verrei nemmeno morta, non c’e’ nulla,poverta’, disperazione ,record suicidi, tasse folli x zero servizi, strade da terzo mondo,pieno di criminalita’ del sud e straniera, non c’e’ lavoro tranne x gli amici che fanno quel che vogliono, no, mai qui,mai, e le vendite immobili o paghi x vendere o sei prigioniera qui, altrimenti non ci sarebbe nessuno….