Attualità
Covid- 19, in Piemonte oltre 6 mila liberi professionisti hanno dovuto chiudere gli studi
Una regione ferita dal virus e dalle conseguenze economiche della pandemia, un territorio indebolito, che cerca la forza per ripartire. Il Piemonte, con 2.374 decessi per milione di abitanti, è stata una delle regioni italiane più colpite dall’emergenza sanitaria e dalla crisi economica, che si riflette nel drastico calo dell’occupazione dei primi tre trimestri del 2020. Drammatico il bilancio regionale anche per i lavoratori autonomi: calano gli indipendenti nel primo e nel terzo trimestre del 2020, e sono oltre 6 mila i liberi professionisti che, a causa della pandemia, hanno dovuto chiudere gli studi.
Questa la fotografia della Regione Piemonte scattata dal II Rapporto sulle libere professioni in Piemonte, lo studio realizzato dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni, che verrà presentato lunedì 26 aprile 2021, a partire dalle ore 15.00, in diretta streaming sulla pagina Facebook di Confprofessioni (per partecipare all’evento si può accedere all’app BeProf o registrarsi a questo LINK). L’evento vedrà la partecipazione di Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte; di Walter Cavrenghi, presidente di Confprofessioni Piemonte, di Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, di Elena Chiorino, Assessore all’Istruzione, Lavoro, Formazione Professionale, di Maurizio Marrone, assessore ai Rapporti con il Consiglio Regionale e di Andrea Tronzano, assessore Bilancio e Sviluppo delle Attività Produttive.
«La Pandemia ha messo a dura prova i liberi professionisti, che non hanno fatto mai mancare ai propri clienti o pazienti il proprio supporto tecnico professionale. I liberi professionisti piemontesi hanno saputo reagire affrontando questa improvvisa “battaglia” con volontà e dignità che da sempre caratterizza le nostre categorie; in presenza, in smart working, via web, hanno operato, spesso nell’incertezza normativa, con determinazione, grazie anche al supporto che Confprofessioni ha saputo offrire» afferma Walter Cavrenghi, presidente di Confprofessioni Piemonte. «Oggi che la luce sembra intravedersi al fondo del tunnel, i liberi professionisti hanno bisogno di aiuto e fiducia da parte delle Istituzioni, affinché il loro lavoro trovi sempre più il sostegno e il riconoscimento, anche economico, che merita. I professionisti hanno dimostrato di “esserci” e “continueranno ad esserci”».
I professionisti nel mercato del lavoro piemontese
Il mercato del lavoro della Regione Piemonte registra tra il 2011 e il 2019 una diminuzione del 2% degli occupati, con un calo dei lavoratori dipendenti (-0,1%), degli indipendenti (-7,8%), dei lavoratori autonomi (-13%) e degli altri lavoratori indipendenti – coadiuvanti familiari, collaboratori e soci di cooperativa, che si riducono del 19,3%. Aumentano invece del 18,6% gli imprenditori e del 10,3% i liberi professionisti che, con circa 105 mila unità al 2019, costituiscono il 24,4% dei lavoratori indipendenti in Piemonte, dato di qualche punto al di sotto dell’aggregato nazionale (27%).
Il registro cambia però con la pandemia. Se l’impatto del Covid ha fatto registrare un calo di oltre 21 mila liberi professionisti tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso trimestre del 2020 in tutta Italia, in Piemonte i liberi professionisti decrescono del -5,7% nel secondo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, registrando la perdita di 6379 liberi professionisti, passati da 112.515 a 106.136 in un anno.
Cala l’area tecnica, cresce quella legale. Diminuiscono i professionisti datori di lavoro
In Piemonte tra il 2011 e il 2019 crescono tutti i settori del lavoro libero professionale ad eccezione del comparto dell’area tecnica e dei veterinari, che calano rispettivamente del 19% e del 10%. Registrano una crescita dell’53,1% i professionisti dell’area legale, del 20,8% quelli dell’area amministrativa e del 41,7% i lavoratori di area sanitaria. Crescono poi del 14,2% i professionisti dell’area “Servizi alle imprese e tempo libero” e dell’1,3% del settore Commercio, finanza e immobiliare. Per quanto riguarda la distribuzione dei liberi professionisti nei settori di attività economica, il Rapporto evidenzia che nel 2019 quasi la metà (il 45%) dei professionisti piemontesi è occupato in “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, settore che racchiude principalmente attività legali (11%), di contabilità e di consulenza aziendale (10%), di architettura e ingegneria (17%) e i veterinari (7%). “Servizi alle imprese e tempo libero” (21%) risulta essere il settore in assoluto più numeroso seguito a breve distanza da quello della “Sanità e assistenza sociale” (19%). Si attestano invece al 16% i professionisti dell’area “Commercio, finanza e immobiliare”. Fondamentale inoltre anche in Piemonte il ruolo dei liberi professionisti nella creazione di lavoro dipendente: al 2019 si contano in Piemonte 14.846 liberi professionisti con dipendenti, il 13,5% del totale dei professionisti piemontesi, dato in linea con la media italiana (13,7%). Negativa (-10%) la variazione dal 2009 al 2019 dei professionisti datori di lavoro in Piemonte, con una tendenza opposta a quella nazionale (+5,8%) ma coerente con quella del Nord Ovest (-11,0%).
Ricambio generazionale al palo: crescono solo i professionisti over 55
In Piemonte tra il 2011 e il 2019 diminuiscono di 1 punto percentuale i liberi professionisti tra i 15 e i 34 anni, che passano dal 19% nel 2011 al 18% nel 2019, e crescono dell’8% i professionisti over 55, che raggiungono il 29% del totale. I professionisti più giovani crescono nell’area amministrativa (+3%), di “Sanità e assistenza sociale” (+7%) e nel settore “Servizi alle imprese e tempo libero” (+8%). Calano invece i giovani liberi professionisti dell’area tecnica (-4%) e del settore “Commercio, finanza e immobiliare” (-15%), mentre rimangono stabili al 15% i professionisti di Area legale e al 25% i lavoratori del comparto “Veterinari e altre attività scientifiche”. I professionisti con più di 55 anni crescono invece in tutti i settori, ad eccezione di “Commercio, finanza e immobiliare”, in cui calano del 2%. Consistente per questa fascia d’età l’aumento nel settore “Sanità e assistenza sociale” (+16%), “Veterinari e altre attività scientifiche” (+18%) e nell’“Area tecnica” (+10%). Crescono del 5% i professionisti over 55 di area amministrativa e quelli del settore dei servizi alle imprese e tempo libero.
Parità di genere, gap ancora troppo ampio
Anche in Piemonte si conferma, come in tutta la Penisola, un marcato gap di genere tra professionisti e professioniste. Gli uomini rappresentano il 60% dei professionisti piemontesi tra 15 e 34 anni, il 52% tra i 35 e i 44 anni, il 58% tra i 45 e i 54 anni, il 74% tra i 55 e i 64 e il 90% degli over 65. Il gap di genere è invece nettamente a favore delle donne, sia a livello nazionale che regionale, dal punto di vista del livello d’istruzione: sono infatti le professioniste ad avere in percentuale un titolo di studio superiore a quello dei colleghi maschi. In Piemonte in particolare ha la laurea il 55% dei professionisti uomini, contro il 76% delle libere professioniste.
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