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Coronavirus, «Alla fine abbiamo preferito rimandare il “sì”»

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«Non è stato facile, ma alla fine abbiamo deciso di rimandare le nozze».
E’ l’amore ai tempi del coronavirus. A remare contro due giovani “promessi sposi” biellesi non è uno sgherro in stile Don Rodrigo, né tantomeno la peste, ma il Covid-19. E’ stato il virus, infatti, a complicare la vita della coppia, sancendo di fatto che “questo matrimonio non s’ha da fare”, se non in una forma inevitabilmente ridimensionata.
Anna ed Ettore – i nomi sono di fantasia, la loro storia no – loro malgrado hanno scelto di attendere tempi migliori. Avrebbero dovuto pronunciare il fatidico “sì” all’inizio di settembre a Chiavazza, ma non succederà: tutto rinviato di un anno.
«Ci abbiamo riflettuto a lungo – racconta Ettore -, non è stato facile decidere di spostare la data, però alla fine ci è sembrata la scelta migliore, almeno per noi».
Tutto era iniziato come nella migliore delle tradizioni: la proposta romantica in riva al mare, la scelta della chiesa, il giorno, l’incontro con i testimoni… poi all’improvviso l’epidemia, che ha stravolto tutti i piani.
«Quando è iniziata l’emergenza – racconta Anna -, sono sorti i primi dubbi e timori, però mancava ancora parecchio tempo, pensavamo che le cose si sarebbero sistemate. Poi passano i giorni, le ordinanze e i decreti, la situazione peggiora… e cominci a chiederti se valga la pena di portare avanti l’organizzazione di un evento come questo in un momento del genere».
L’epilogo è stato amaro: tutto rimandato.
«Già solo dal punto di vista organizzativo – spiega Ettore – è diventato tutto più complicato. Abbiamo perso praticamente due mesi. Poi inizi a pensare a come avresti voluto portare le partecipazioni, alle feste di addio al nubilato e al celibato che non potrai fare, alla prova delle fedi indossando la mascherina… sarebbe diventato tutto surreale, non la bella favola che avevamo immaginato. Senza contare che ora stiamo entrando nella fase 2, ma purtroppo nessuno ci assicura che non vivremo un’altra fase 1».
I due fidanzati temevano di avere problemi con la macchina organizzativa ormai avviata, invece non è stato così: «Tutti i fornitori sono stati estremamente comprensivi – conferma Anna -, hanno accettato di spostare l’evento all’anno prossimo e ci sono venuti incontro».
«Ero un po’ preoccupato per gli acconti e le caparre – ammette Ettore -, ma tutti sono stati disponibili a posticipare, tenendo buono quanto già versato. Per questo non posso che ringraziarli davvero».
L’alternativa al rinvio sarebbe stata una cerimonia “soft”.
«Onestamente – conclude la coppia – desideravamo una grande festa con le persone a cui vogliamo bene; non sarebbe stato lo stesso con maschere, guanti, distanze e invitati limitati… E poi abbiamo pensato anche agli ospiti: è vero che da qui a settembre c’è tempo, ma magari non tutti avrebbero avuto piacere a stare nello stesso posto con altre 80 persone… Dispiace davvero tanto, perché ormai vedevamo questo nostro traguardo vicino, però preferiamo aspettare un anno in più. Il matrimonio ora passa in secondo piano, prima di ogni altra cosa viene la salute di tutti».

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