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Confartiganato: “Il blocco degli Euro 5 non va rinviato o modificato ma abolito”

“Non possiamo più accettare che la lotta all’inquinamento si traduca nell’imporre il fermo a oltre 600mila mezzi”

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Sul blocco diesel Euro 5 interviene il presidente di Confartigianato Piemonte, Giorgio Felici. 

“Ci auguriamo che l’approfondimento tecnico tra ministri porti ad uno stop del provvedimento di blocco degli Euro 5 e non a un semplice rinvio o a qualche deroga. La priorità in questo difficile contesto economico segnato dai rincari deve essere la tutela delle categorie produttive, delle famiglie e non certo impedire agli artigiani di lavorare e raggiungere i loro clienti. Nell’attesa, apprezziamo l’iniziativa dei ministri Salvini e Pichetto Fratin che hanno dimostrato che è possibile far prevalere il buon senso contro le politiche finto ambientaliste da Ztl che rendono i ricchi liberi di circolare con le auto di ultima generazione e i poveri costretti ad andare a piedi o a viaggiare su scassati bus e treni. Oltre all’abrogazione del blocco, servono interventi strutturali che coinvolgano i vari livelli istituzionali, dal Governo alla Regione ai Comuni, e che non guardino solo alla mobilità privata”.

“Rinnovare il parco auto è fondamentale, ma attraverso incentivi ben pensati ma sul lungo periodo e svincolati dalla richiesta di credito. Non servono gli incentivi a sostituire auto e furgoni se questi costringono le famiglie e gli imprenditori ad indebitarsi, perché bisogna aiutare chi i soldi per cambiare il mezzo non li ha e non chi li ha ed è in procinto di cambiare il mezzo. Ma soprattutto occorrono immediati, seri ed efficaci provvedimenti sugli impianti termici e sulle altre fonti di inquinamento ambientale, oltre al potenziamento del trasporto pubblico locale, da tutti invocato ma mai attuato. Non possiamo più accettare che la lotta all’inquinamento si traduca nell’imporre il fermo a oltre 600mila mezzi, penalizzando famiglie e imprese in termini di rinuncia alla libertà di movimento e alla libertà di impresa: se si supera un certo livello di vessazione le istituzioni perdono di credibilità, con tutto quello che può conseguirne”.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Stephan

    30 Agosto 2023 at 10:25

    Condivido in pieno! Finiamola d’imporre regole senza cognizione, a cui non frega nulla della realtà economica della maggioranza delle persone; Nessuno gira con mezzi vecchi per divertimento!
    La storia è piena di imposizioni senza senso al popolo e non hanno mai portato a nulla di buono, per governanti, Re. Senza contare che, le aziende automobilistiche non potranno sopravvivere solo vendendo alla % di ricchi del pianeta.La tanto decantata democrazia non è altro che la libertà di scegliere cosa vedere in Tv la sera? Decidere dove andare a farsi vessare? Per il resto…siamo liberi di che? Votare uno, che vale come quello di prima, e prima ancora? Ognuno ha guardato nel suo giardino…Questi sono i frutti.Qualcuno si è arricchito all’inverosimile e il 90% della popolazione stenta a vivere dignitosamente, se non a sopravvivere nel senso stretto del termine.Però lo stato entra in Tim…dovremmo sentirci sollevati? Altro giro di valzer

  2. Ardmando

    30 Agosto 2023 at 20:08

    Dici bene, ma è all’Unione Europea che bisognerebbe insegnare a smetterla di impicciarsi degli affari dei Stati che ne fanno parte. Politicanti Europei che vivono distaccati dalle realtà di ogni singolo Stato, parte di un apparato burocratico farraginoso che si pone al di sopra di altrettanti apparati statali farraginosi come il nostro, retti da burocrati e politici che vivono in un mondo completamente scollegato dalla realtà.

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