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Con rette da 2.500 euro, il vecchietto dove lo metto?

Saler & pepe, la rubrica di Luigi Apicella

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Biella è alle prese da anni con l’invecchiamento inesorabile della sua popolazione ( è la provincia più vecchia d’Italia) oltre che di uno spopolamento delle nuove generazioni costrette (proprio così costrette…) ad andare altrove per cercare fortuna e prospettive di futuro come avveniva al Sud tanti anni fa.

Ma non è di questo che voglio parlare qui oggi quanto piuttosto del fatto che – a fronte di questa situazione – nulla si sta facendo per venire incontro alle esigenze di una città sempre più “grigia” nelle sue prospettive future ma anche nel cuore delle sue persone. Come si può pensare di poter pagare rette di 2500 euro mensili per poter far ospitare un proprio familiare all’interno di una RSA della provincia? Specie qui da noi le richieste in tal senso sono in aumento, riguardano sicuramente tante e tante famiglie biellesi, anche se accedere al sostegno regionale appare un impresa titanica se non impossibile (con un tempo minimo di attesa calcolato intorno ai tre anni).

Ora di fronte ad una crisi economica quasi senza precedenti, fatta di inflazione, rincari delle materie prime, aumenti di ogni genere di prima necessità. si alza dal territorio una voce di di aiuto e di presa di coscienza da parte di famiglie e strutture stesse che chiedono alla Regione di rimodulare le tariffe perché divenute insostenibili per chiunque. Si legge che certi casi l’aumento delle utenze in alcune residenze per anziani sono triplicate così come, da gennaio scorso, le rette a carico dei centri diurni alzheimer sono cresciute del 50%.

Ecco di fronte a questi veri problemi la politica locale biellese non può continuare ad ignorare il problema: occorre che almeno su questo fronte sappia supportare in questa vicenda chi si trova a dover combattere una battaglia dolorosa (ma sacrosanta) in piena solitudine senza nessun aiuto.

La campagna elettorale per le amministrative 2024 sta scaldando i motori, misuriamola su fatti come questi che ci riguardano tutti da vicino e che non possono essere più ignorati. Se il centro d’incontro del Vernato riaprirà i battenti, stando alle recenti dichiarazioni del sindaco Corradino, significa che sulle problematiche di queste fasce più deboli della popolazione c’è ritrovata consapevolezza dopo il tentativo di razionalizzazione di questi spazi a causa del grande dispendio di risorse economiche comunali. L’auspicio è che anche sul tema “rette” la politica sappia e voglia fare la propria parte toccando le corde giuste e, per una volta, portando a casa un risultato che farebbe la differenza.

Luigi Apicella

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1 Commento

1 Commento

  1. luigi

    15 Settembre 2023 at 13:19

    Riflessione giusta, purtroppo le R. S. A. sono in mano ai privati, conosco personalmente alcuni soggetti, se rende ok, altrimenti si chiude, giustamente una persona in struttura non ha questi costi. Non siamo in un albergo per pochi giorni dell’anno.

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