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«Con i tappi collegati alle bottiglie c’è più plastica di prima»

Le parole di Giangiacomo Pierini, dirigente di Coca Cola Italia

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Con i tappi collegati alle bottiglie c’è più plastica

«Con i tappi collegati alle bottiglie c’è più plastica di prima. Abbiamo fatto una cosa, anticipando i tempi, che i consumatori odiano, ma che l’Europa ci chiede di fare. Ci siamo solamente adeguati».

Così Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs & Sustainability Director Coca-Cola Hbc Italia, in occasione dell’evento Adnkronos Q&A “Transizione green, investimenti e strategie” di Roma.

«Con i tappi collegati alle bottiglie c’è più plastica di prima»

Nel suo intervento il manager ha sottolineato le politiche di sostenibilità ambientale messe in atto dall’azienda che ha deciso «di investire, ad esempio, sul riciclo. Abbiamo sei stabilimenti produttivi in cinque regioni e gli investimenti in sostenibilità, che dal 2010 ammontano a mezzo miliardo di euro, si concentrano sull’attività industriale. Nuovi impianti, nuovi strumenti, nuovi sistemi, nuovi processi. L’area su cui siamo concentrati in questo periodo è quella del packaging, al 100% riciclabile perché abbiamo la plastica più nobile, il Pet, riutilizzabile, il vetro, l’alluminio. Si trattava di utilizzare sempre meno materia prima e anche, se possibile, di anticipare le tendenze che la normativa europea ci imponeva».

«La priorità ambientale per noi non è solo il packaging – ha aggiunto Pierini -. C’è un grande tema che vediamo ricorrere anche nelle nuove linee guida della nuova Commissione europea che è l’acqua. Noi, come industria, di acqua ne utilizziamo tanta, è la nostra materia prima. I nostri stabilimenti sono circondati da acqua di superficie, molto spesso ci sono delle risaie intorno a noi o coltivazioni agricole simili. Nello stabilimento, il nostro più grande d’Europa, che abbiamo a sud di Verona, a Nogara, ci siamo posti l’obiettivo di fare qualcosa in più».

«Non prendiamo l’acqua dall’acquedotto, ma abbiamo dei pozzi che vanno in profondità. La purificano e, grazie agli investimenti, abbiamo un water ratio, che è l’utilizzo di acqua per litro di bevanda, tra i più bassi in Europa, pari a 1.56. Lo 0.56 in più, che non finisce nella bottiglia – conclude – ritorna depurato nell’ambiente».
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3 Commenti

1 Commento

  1. Paola

    4 Novembre 2024 at 10:04

    L’intestazione parla di tappi…… L’articolo.??

    • Luigi

      4 Novembre 2024 at 13:13

      Sono le solite parole senza un nesso, che i giornalista girano a loro favore, senza dire nulla.

  2. Ardmando

    4 Novembre 2024 at 16:06

    A quanto pare il giornalista deve essersi dimenticato di pubblicare l’unica parte interessante dell’articolo, ossia quella relativa ai tappi collegati alle bottiglie, ennesima idiozia decisa che un parlamento europeo che vive e legifera completamente distaccato dalla realtà del Mondo. L’unione va profondamente riformata. Era mille volte meglio quando c’era solamente la CEE. La “non unione europea” è stata un fallimento sin dal primo giorno della sua esistenza.

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