Attualità
Coldiretti Vercelli-Biella: “Problema lupi: ora salviamo anche le pecore”
Nel Biellese ne sono presenti 40 esemplari
Sono oltre 900 i lupi presenti nelle Regioni Alpine, in particolare nelle zone del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta e, nello specifico, più di 40 esemplari presenti nelle zone del Biellese e della Valsesia: numeri che hanno costretto, negli ultimi anni, alla chiusura di diverse imprese agricole e al conseguente abbandono della montagna. E’ quanto denuncia Coldiretti nel commentare il primo monitoraggio nazionale del lupo pubblicato nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU, in sinergia con ISPRA. Gli avvistamenti nelle zone montane sono in aumento: gli ultimi in ordine di tempo tra Valdengo e Piatto nella provincia di Biella e a Civiasco e Rimella in Valsesia. La popolazione di lupi stimata, a livello nazionale, è intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola. Si sta verificando, quindi, un aumento esponenziale, fino al +165%, della popolazione lupi a livello nazionale rispetto agli ultimi anni.
“I numeri sembrano confermare, quindi, che il lupo ormai non è più in pericolo, ma lo sono i nostri allevamenti di pecore, capre e vacche – evidenziano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Francesca Toscani – Le Istituzioni devono definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi UE, come Francia e Svizzera, per la difesa dal lupo, degli agricoltori e degli animali allevati. Il rischio vero oggi – proseguono – è la scomparsa della presenza dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie, ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze piemontesi, stante anche il costante incremento degli episodi di predazione. Serve, dunque, responsabilità nella difesa, da parte delle Istituzioni e degli organi competenti, degli allevamenti, dei pastori e allevatori che – concludono Dellarole e Toscani – con coraggio continuano a presidiare i territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche le città. Il ritardo nell’affrontare il tema pregiudica la soluzione del problema dopo che i risultati dell’indagine hanno fornito elementi utili ad una revisione delle politiche di conservazione”.
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