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Cittadelmarket: il mercatino che sfida Amazon e sostiene il locale
Appuntamento nel fine settimana alla Fondazione Pistoletto
Cittadelmarket: il mercatino che sfida Amazon e sostiene il locale. «A Natale è facile comprare su Amazon, ma dietro un pacco veloce spesso c’è sfruttamento». Francesca Acquadro, studentessa e organizzatrice di eventi, non usa mezzi termini per spiegare la missione di Cittadelmarket.
La manifestazione biellese che sabato 14 e domenica 15 dicembre, dalle 10 alle 19, animerà gli spazi della Fondazione Pistoletto con oltre 90 espositori. «Facciamo il mercatino di Natale – continua – per far capire quanto sia importante sostenere l’economia circolare nel proprio territorio. E dire no ai grandi brand che inquinano il pianeta, calpestano i diritti dei lavoratori e abituano i consumatori al tutto e subito senza riflettere sulle conseguenze».
Cittadelmarket: il mercatino che sfida Amazon e sostiene il locale
Un evento gratuito e aperto a tutti, amici a quattro zampe inclusi, che unisce artigianato, sostenibilità e comunità. Per evidenziare ome il regalo perfetto possa premiare l’impegno e la creatività locale, senza passare per le multinazionali.
Francesca, come e quando nasce Cittadelmarket?
Il progetto è nato sei anni fa grazie all’incontro con l’artigiana Maria Concetta Tassone. Insieme abbiamo vinto un concorso di Etsy, piattaforma dedicata all’e-commerce del fatto a mano. Questo ci ha permesso di portare la community di venditori offline per incontrarsi dal vivo. L’idea era quella di far conoscere il lavoro manuale e le eccellenze locali. E allora stesso tempo di creare una rete di supporto per chi voleva entrare nel mondo dell’artigianato.
Da 14 a 90 espositori in sei anni: come è successo?
Con molta passione, costanza e determinazione. Abbiamo coinvolto la città di Biella, puntando sulla sua vocazione artigianale e sostenibile. Volevamo insegnare alla gente a riscoprire i regali fatti a mano, in un periodo come il Natale sempre più dominato dalle grandi catene.
Chi saranno gli espositori di quest’anno?
Per questa edizione avremo una grande varietà di partecipanti. Da quelli che producono cibo locale e stagionale grazie a Let Eat Be, a chi si occupa di benessere attraverso oli e materiali naturali. Poi ci saranno gli artigiani che ci seguono da anni e nuove realtà sociali che si sono aggiunte al progetto. Sarà un mix di creatività, tradizione e impegno sociale.
Con una forte componente femminile, sia nell’organizzazione che tra gli espositori.
Io e Maria abbiamo viaggiato molto, decidendo poi di portare il nostro know how a casa, grazie al supporto di Armona Pistoletto. A nostra volta aiutiamo molte artigiane, spesso donne che affrontano difficoltà, a scoprire il loro potenziale. È successo spesso che hobbiste diventassero professioniste, aprendo negozi o e-commerce. Qui trovano una vetrina e una comunità che le sostiene. Noi offriamo visibilità, supporto pratico, ma anche tanto ascolto.
Un esempio concreto di come gli espositori incarnano i principi di circolarità e sostenibilità?
Maria Tassone, ad esempio, con i tessuti inutilizzati dall’azienda in cui lavorava crea borse. Abbiamo artigiani che trasformano forchette e coltelli antichi in gioielli. Chi recupera vecchie lane biellese di qualità o vestiti vintage e li sistema, dando ad essi una nuova vita. E chi crea saponi e shampoo con fiori raccolti tra Piemonte e Valle d’Aosta.
Anche quest’anno ci saranno workshop, laboratori e altri eventi?
Oltre alla parte espositiva, ci saranno eventi musicali come un dj set e un coro di quaranta voci che creeranno un’atmosfera natalizia. Le ballerine dell’associazione Mambo Forro animeranno con danze di luci l’aperitivo del sabato. Tanti laboratori, tra cui quello con il Cappellificio Cervo sulla realizzazione dei cappelli fatti a mano. E con l’artigiana Nicole Veimero, che insegnerà la tecnica tessile di “punch needle” a tema Natale con filati biellesi. Infine, la proiezione del film “Brain Storm”, progetto legato alla disabilità che noi studenti dell’accademia Unidee abbiamo realizzato insieme agli ospiti della Domus Laetitiae.
Quali spazi della Fondazione saranno coinvolti?
Tutti. Dalla zona di Novacivitas, dove si terranno i workshop di moda e sartoria, alle aule dove si parlerà di cibo e benessere. La zona Arcipelago, un museo a cielo aperto, sarà un luogo di incontro tra artigiani, imprenditori e persone che credono nel territorio.
Quali sono le sfide più grandi nell’organizzare un evento come questo?
Fin dal primo anno, abbiamo adottato politiche sostenibili senza compromessi, come quella di non utilizzare la plastica. All’inizio molti artigiani non erano abituati a queste richieste e abbiamo dovuto accompagnarli in questioni burocratiche. La fatica è ripagata quando ci dicono che riescono a coprire il costo della tassa di partecipazione in due ore di mercatino.
Le speranze per il futuro quali sono?
Mi piacerebbe fare un incontro con le istituzioni della città per capire come possiamo valorizzare tutti insieme l’artigianato e il fatto a mano. Siamo forti, ma insieme possiamo esserlo ancora di più.
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